Sbandieratori
Gli Sbandieratori da quasi 50 anni mirano a perpetuare il secolare gioco della bandiera e il messaggio etico in essa contenuto.
L’attuale Gruppo Sbandieratori si è costituito nel 1969 all’interno della Società Balestrieri, con l’intento di tramandare e rivitalizzare la secolare tradizione del Palio della Balestra, che si svolge a Gubbio l’ultima domenica di maggio e a Sansepolcro nel mese di settembre. Di comune accordo, nel corso del 1998, il Gruppo Sbandieratori della città di Gubbio si è separato dalla Società Balestrieri, pur rimanendo immutate le finalità originali.
In 37 anni di attività gli sbandieratori di Gubbio hanno eseguito circa 1400 manifestazioni visitando 38 nazioni valorizzando e promovendo le tradizioni italiane e umbre in particolare.
Gli Sbandieratori si sono rivelati un formidabile strumento di promozione turistica e di legame con le comunità italiane di emigrati, rinsaldando i vincoli con la terra d’origine e assicurando disponibilità e collaborazione alle iniziative delle loro associazioni. Inoltre essi affidano ai venti che percorrono i cieli del mondo un messaggio di pace e di amicizia.
Le strategie del Gruppo mirano a perpetuare il secolare gioco della bandiera e il messaggio etico in essa contenuto, anche attraverso programmi di educazione dei giovani come corsi di introduzione, perfezionamento e formazione professionale su temi inerenti il folklore, l’arte, la storia, le tradizioni, l’attività sportiva.
I progetti futuri riguardano non solo il perfezionamento delle coreografie e dei costumi degli Sbandieratori ma l’approfondimento e lo studio degli aspetti culturali anche in collegamento ad altre discipline artistiche.
L’ origine dei Balestrieri (Ballistari) in Gubbio, come in tutti i grandi Comuni e nelle Repubbliche del Medio Evo, fu dovuta allo scopo di avere, in caso di bisogno, uomini pronti e adatti a servire la Patria.
Si formarono così le “Compagnie del popolo” o “Società d’Armi” che si mantennero sino all’epoca delle Signorie.
Ogni balestriere doveva: essere munito di balestra con corda e crocco appartenere a classe agiata o popolana, non stare a servizio di chicchessia per essere libero di esercitarsi al tiro nei festivi.
Nei libri delle riforme, che rappresentano una esatta e minuta cronistoria della vita politica ed amministrativa di Gubbio, per circa sette secoli, si può osservare come i vari gradi della Magistratura cittadina avessero gran cura dell’istituzione dei Balestrieri.
Si sa pertanto che nel 1537 la Comunità concesse loro un vero e proprio poligono di tiro, poligono che a seguito di una transazione avvenuta nel 1537 tra la Società dei Balestrieri ed un tal Domenico Peri Angelis, ebbe la sua sede definitiva presso l’antica Porta del Marmorio (ora Porta Trasimeno). Si stabilì anche una “domuncula”, piccolo edificio per conservare le balestre. La stessa transazione porta altresì le dimensioni del campo di tiro, che doveva essere tenuto sgombro da alberi, onde permettere ai balestrieri di compiere le loro esercitazioni.
Nel 1729 si vollero coordinare le vecchie norme con altre che si era ritenuto di introdurre, sempre col dovuto accordo del Gonfaloniere, del Collega e dei Consoli.
L’abilità ed il valore dei Balestrieri Eugubini nel tirare con la balestra antica all’italiana ha creato loro la fama legittima di uomini esperti con i quali è sempre un grosso onore cimentarsi. Quest’ultimo è il giusto e meritato riconoscimento per tutti quegl’ uomini e per quella Società che da più di cinque secoli è impegnata nella nobile arte del tiro con la balestra.