Palio della Balestra

“L’eredità di una memoria imperterrita attraversa il silenzio dove tutto è rumore ed emozione, dove la sconfitta si fa vittoria e l’arma giocosa, segno d’amicizia.
E’ il silenzio dell’uomo trafitto dal sibilo della storia.”

“L’umano battito sospende il suo vigore, note possenti ed armoniose si spandono sopra l’antica Gubbio.
Il tempo rimuove i suoi sigilli cosicchè antichi orgogli tornano a vibrare per rinnovate gesta. D’incanto tutto perde il suo contorno: solo l’uomo che mira a ritrovare se stesso.
Come un invisibile sentiero, il balestriere affida alla verretta il cammino dell’animo antico verso il cuore dell’uomo d’oggi che rivolge il suo passo al domani. Infiniti misteri avvolgono da sempre la vita dell’uomo ma una sola magia annulla tempo e spazio: la tradizione.
L’eredità di una memoria imperterrita attraversa il silenzio dove tutto è rumore ed emozione, dove la sconfitta si fa vittoria e l’arma giocosa, segno d’amicizia.
E’ il silenzio dell’uomo trafitto dal sibilo della storia.”

Tratto da: U. Orlandi, La società dei balestrieri della città di Gubbio negli anni 1999 – 2001, raccontate da un socio, p. 67. Commento al filmato proiettato alla Giornata del Balestriere 1999, intitolato: “Il Sibilo della Storia” , a cura di Donatella (testi) e Paolo Pauselli (immagini).

Ai piedi dei monti Ingino e “S.Girolamo”, sulla riva sinistra del corso superiore del torrente Cavarello, poco sopra la Porta Romana (sostanzialmente attaccato alla Funivia “Colle Eletto”) si trova il campo di allenamento, denominato balipedio, di una delle Società più legate alla storia di Gubbio, quella dei Balestrieri.

Nell’ “ORTO DEI BALESTRIERI”, ossia l’area destinata al lancio, si possono trovare a perfezionare i loro tiri, gli uomini che poi mostreranno la loro bravura nel Palio della Balestra, nel Palio Nazionale e nel Torneo dei Quartieri, ossia manifestazioni in cui regina è la balestra. Arma composta da un fusto di legno detto tiniere, sulla cui sommità è fissato un arco per lanciare frecce e grossi dardi, è scesa in campo nelle battaglie eugubine quando le istituzioni feudali stavano scomparendo. Considerato il più terribile strumento di difesa fino alla comparsa delle polveri da sparo e relativi archibugi, per la sua letalità fu interdetta anche dal Vescovo Sant’Ubaldo.

Le Società d’Armi, comprese quelle dei Balestrieri, inizialmente nascono allo scopo di addestrare e di allenare i “soldati” e lo fanno dandosi delle regole proprie. Ogni libero comune aveva il suo corpo di balestrieri, una compagnia che era adibita a scortare e difendere i magistrati cittadini.

L’identità attuale di questa “compagnia”, la cui sede è da anni a Palazzo del Bargello, non discosta da quella che è menzionata nella parte iniziale dell’Art.1 dello Statuto:
“La Società dei Balestrieri della città di Gubbio è erede e continuatrice dell’Antica Congrega dei Balestrieri, unica depositaria e custode dell’arte della Balestra della Città di Gubbio.”

L’evoluzione di questa associazione è segnata da decisioni sofferte quanto importanti che l’hanno portata sempre più a trovare la propria specificità. Tanto per fare delle citazioni, una è stata la separazione dal Gruppo degli Sbandieratori (1998) e l’altra è stata quella della modifica di alcuni aspetti dello Statuto, ferme restando le regole fondamentali.

Col passare degli anni è sopravvissuta come motivo ideale e nobile di memoria delle glorie, infatti rimane, sotto la Presidenza di Ubaldo Orlandi, per la preparazione degli amatori, in sostanza per chi non vuole che il tiro con la balestra e la sua tradizione secolare finisca nel dimenticatoio. Ma questo non significa che tutti possono diventarne soci, i membri di vecchia data su questo si attengono in maniera ferrea alle regole dello Statuto. Bisogna essere molto motivati per entrare a far parte di questa società, non è “cattiveria”, è semplicemente che un numero eccessivo di tiratori potrebbe essere controproducente alle manifestazioni.

Questi sono solo alcuni cenni della centenaria storia dei Balestrieri, per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: www.balestrierigubbio.com

 

La Storia

Vogliate immaginarvi di fronte ad un camino acceso, con un anziano (eugubino verace) seduto su una sedia a dondolo, con una coperta di lana poggiata sulle gambe che inizia a narrare un aneddoto curioso:

Era il 1950 “superate ma non dimenticate le tragiche realtà lasciateci dalla Seconda Guerra Mondiale con le sue sanguinose stragi, le distruzioni, i suoi lager, l’olocausto, i tanti eroici morti volutamente non ricordati, quando gli italiani poco alla volta si sentirono rinascere dall’incubo della paura e della fame, nella nostra Città ci si organizzò per ridare dignità e vitalità almeno alle sue tradizioni più significative.”

Così […] decidemmo di fondare l’Associazione Maggio Eugubino legalmente riconosciuta con atto del Notaio Dott. Franco Filippo Marchetti in data 23 ottobre; iniziammo la pubblicazione del periodico “Il Maggio Eugubino” (ora l’Eugubino) con la caratteristica testata in xilografia di Saffo Scavizzi». E la memoria immediatamente vola alla “sacchetta bianca”, ancora esistente nei magazzini dell’Associazione e che «conserva le stampigliature dei Ceri e le parole Maggio Eugubino». I fondatori dell’Associazione (il cui comitato centrale era allora risultato costituito da: Presidente: Mario Rosati, insieme a Sergio Alunno, Giuseppe Bei Clementi, Nicola Benedetti, Giuseppe Bossola, Nino e Pio Farneti, Adolfo Fiorucci, Luigi Fiorucci, Tito Morena, Rizieri Nicchi, Raffaele Nucci, Leo Orsini, Guido Prosperetti, Antonio Rossi, Augusto Solano, Giuseppe Raffi, Saffo Scavizzi, Maceo Tonini e Eugenio Vispi) avevano ideato la summenzionata “sacchetta” per raccogliere grano durante le “battiture”, per assicurare così il denaro necessario ai programmi subito avviati dal Nuovo Sodalizio che riprendeva le intenzioni della vecchia Pro Gubbio fondata nel 1926 e finita per le vicende della Seconda Guerra Mondiale. […].

“Le copiose raccolte durarono alcuni anni e gli introiti servirono anzitutto, ad assicurare all’Organizzazione dei Ceri le prime attrezzature per una cucina stabile e per l’allestimento delle tavole dei tradizionali banchetti.
Ma prima di tutto per bonificare le
volte delle sale inferiori del Palazzo dei Consoli, messe a disposizione dal Comune che con grande simpatia vide
la nuova istituzione.”

Questi introiti permisero di realizzare la Rappresentanza Storica della città di Gubbio, in costume trecentesco, che vide la prima uscita il 15 maggio 1951 per dare una cornice più bella alla cerimonia dell’Alzate dei Ceri.

In seguito le attenzioni furono per il “Tiro della Freccia” ed ecco il Corpo dei Balestrieri in costume che presto andrà per l’Europa a portare, con il significato di una tradizione italiana, vera, il nome di Gubbio con la sua grande storia.
Certamente, per tutte queste iniziative non bastavano i soldi delle “catte del grano” ed allora, ecco i Veglioni dei Ceraioli e dell’800, lotterie, vendite dei francobolli eugubini disegnati da Saffo Scavizzi e le adesioni spontanee, molte volte accompagnate da cospicue offerte di numerosi eugubini lontani.

E andando a rileggere i primi “periodici” della nuova Associazione, fa colpo leggere tra i soci le adesioni di alcuni Uffici e Imprese cittadine come l’Ufficio Postale, l’Esattoria comunale, la Cooperativa Muratori e quelle di Eugubini all’Estero […].

Chi mai avrebbe pensato che in quel lontano 1950 che l’Associazione “Maggio Eugubino” avrebbe oltrepassato il XX secolo, addirittura superando l’anno 2000? Eppure nel corso degli anni «ha saputo superare ostacoli e vicende varie perché è sempre stata sostenuta dall’entusiasmo e dalla volontà di tutti coloro che si sono avvicendati nella presidenza, direzione, redazione e collaborazione. Un avvicendarsi di eugubini impegnati a fare qualcosa per Gubbio, senza finalità personali né compromessi politici».

E così, «L’Associazione ha svolto nel tempo importanti funzioni di operosità in molti settori di Gubbio. Oltre a costituire il punto d’incontro di tutti gli eugubini residenti nella nostra città o che sono sparsi nel mondo, il Maggio Eugubino ha esaltato la nostra Gubbio con le sue bellezze, ha valorizzato le più nobili tradizioni cittadine, ha promosso e realizzato molte iniziative di carattere culturale, turistico e folcloristico e ha compiuto una continua azione di stimolo costruttivo verso gli Enti Pubblici perché operino sempre con incisività nell’interesse di Gubbio e per la soluzione di molti problemi che continuamente sorgono nella nostra città».

É diventata, insomma…

“l’Associazione degli eugubini che lavora per gli eugubini”

Le parole utilizzate per fare questo excursus sono un collage di quello che è stato scritto da chi questa realtà l’ha vissuta e da chi la vive tuttora.

Sono quelle di Presidenti uscenti e non solo, rintracciabili ne “L’Eugubino” di Ottobre 2000 in onore del Cinquantenario dell’Associazione e sono di Pietrangelo Farneti, Raffaele Nucci, Timo Sannipoli, Luciano Fabio Stirati e Giovanni Turziani.