Nell’asta Christie’s di New York del 23 aprile 2021, è stato venduto per 37.500 dollari il palio dipinto tra il 1533 e il 1534 dal pittore fanese Giuliano Presutti per la confraternita eugubina di Santa Maria dei Laici, detta dei Bianchi (https://onlineonly.christies.com/s/old−masters−part−ii/giuliano−presutti−active−fano−ancona−1490−1557−5/116895) [Fig. 1]. Questo interessante dipinto (cm 166,4 x 125,7), proveniente dalla celebre collezione Ranghiasci di Gubbio, è stato recentemente esaminato, tra l’altro, nel saggio di Francesca Mambelli intitolato “Il museo disperso dei Ranghiasci nell’inventario del 1877: premesse all’edizione critica” (in “Il Museo di Gubbio. Memoria e identità civica 1909−2009”, a cura di P. Castelli e S. Geruzzi, atti del convegno di studio, Gubbio, 26−28 novembre 2009, Pisa−Roma 2012, pp. 265−300, speciatim pp. 285−287 e figg. 5−6).

La Mambelli, partendo dall’esame di un taccuino di Giovan Battista Cavalcaselle, conservato alla Biblioteca Marciana di Venezia, si sofferma su un disegno raffigurante una “Madonna con Bambino adorata da confratelli disciplinati e circondata da angeli”:

“Si tratta del gonfalone in seta proveniente dalla chiesa di Santa Maria dei Laici che lo storico veronese riferisce nel testo (J.A. Crowe, G.B. Cavalcaselle, ‘A New History of Painting in Italy From the Second to the Sixteenth Century …’, 3 vols., London, Murray, 1864−66, III, p. 345, ndr) a Sinibaldo Ibi, datandolo al 1509. Già nel 1874 Bonfatti pubblicava i documenti relativi ai pagamenti fatti dal camerlengo di Santa Maria dei Laici per la pittura del pallio, spostando la data di esecuzione agli anni 1533−34 e l’attribuzione a un non meglio specificato ‘Giuliano da Gubbio’. A Ettore Sannipoli si deve il merito di aver identificato l’autore − che anche l’Inventario (della collezione Ranghiasci, ndr) indica come ‘Giuliano da Gubbio, scolaro ignoto di Pietro Perugino’ − con il pittore fanese Giuliano Presutti; sua è anche la scoperta di un’immagine del dipinto all’interno della fototeca di Federico Zeri (http://www.eugubininelmondo.com/cronaca2009_marzo.html#Palio, ndr). Grazie a questa foto è stato possibile vedere per la prima volta lo stendardo. Dalle note presenti sul verso della foto Zeri è possibile anche ricostruire la recente storia collezionistica dell’opera: già di proprietà del Minneapolis Institute of Art (Acc. No. 17.2), nel 1957 fu acquisita dall’antiquario J.H. Weitzner che lo rivendette al Finch College di New York, con un’attribuzione al senese Francesco Verla. Recenti verifiche hanno appurato che il dipinto non si trova più in questa sede”.