Il Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco, che si terrà dall’8 dicembre p. v., quando la città di Gubbio sarà illuminata dall’albero più grande del mondo sul monte Ingino, dove riposa il corpo incorrotto del patrono Sant’Ubaldo, al 20 novembre 2016, solennità di Gesù Cristo signore dell’Universo, come ha di chiarato papa Francesco, è un giubileo che si fa forte del contenuto della fede e intende richiamare la Chiesa alla sua missione fraterna di essere segno e testimonianza della misericordia in tutti i suoi aspetti della sua vita pastorale, un risveglio dei cristiani per continuare nel percorso di nuova evangelizzazione e conversione, per ritrovare proprio sul tema della misericordia la via del dialogo e del superamento delle difficoltà che sono di dominio pubblico. Nel calendario delle giornate mondiali di preghiera, promosse dalla Santa Sede, è stata istituita quella per la cura del creato il 1 settembre2015 e la giornata mondiale del migrante e del rifugiato il 17 gennaio 2016 il cui tema è: “migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia .” Con essa si vuole ricordare la situazione di uomini e donne costretti ad abbandonare le proprie terre. Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo afferma: “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia e nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo.” Il cardinale Antonio Maria Vegliò, in riferimento ai flussi migratori, ha affermato che non si può accogliere tutti, ma non si può nemmeno dire mettiamoli tutti fuori. Occorre che l’Europa studi come vincere le cause di questi fenomeni.
Come afferma il cardinale Fisichella “ il Giubileo della Misericordia è stato pensato e voluto da papa Francesco per far sentire vicina a tutti la misericordia di Dio, in particolare a coloro che soffrono, che sono provati ed hanno bisogno di consolazione… Tra queste persone che sono nella prova, senza dubbio, ci sono anche i cristiani del Medio Oriente, che anche in questo particolare momento storico, vivono nella persecuzione, nella quotidiana battaglia per poter professare la loro fede. ”Proprio sul tema della misericordia è possibile trovare la via del dialogo con le altre fedi, come l’ebraismo e l’islamismo e il superamento delle difficoltà attuali”. Questo non è il tempo della distrazione, ma quello di rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. La preghiera vuole indirizzare la misericordia di Dio verso i tanti fratelli e sorelle che sono nella sofferenza. L’anno giubilare deve farci riscoprire noi stessi, trasformati dalla Misericordia di Dio per diventare testimoni di misericordia. Questo è il tempo per curare le ferite.

Le indicazioni generali diffuse a livello centrale, dovranno essere calate nei vari contesti locali, mediante la realizzazione di eventi programmati per i pellegrini che si recheranno a Roma. La nostra città, che si trova in un crocevia di strade di pellegrinaggio, che ha una storia di grande spiritualità con Sant’Ubaldo, santo della pace e della riconciliazione, come l’ha definito Giovanni Paolo II, con san Francesco, che vi ha lasciato tante tracce e memorie tanto che Gubbio viene considerata la sua seconda patria, dovrà svolgere un ruolo importante in questo evento spirituale.
A tal fine è stato costituito un gruppo di lavoro, formato prevalentemente da esponenti della società civile per predisporre un programma di eventi da sottoporre alla partecipazione dei cittadini di Gubbio per critiche, suggerimenti e proposte.
San Francesco santo della misericordia
In sintonia con il tema della misericordia va fatto riferimento a due importanti Santi : Sant’Ubaldo, patrono della città di Gubbio, per i numerosi fatti della sua vita in cui ha usato misericordia e, per permettere uno stretto e significativo collegamento con Assisi, basandosi su precisi fatti storici, San Francesco relativamente al quale non soltanto si dovrebbe far leva sull’episodio dell’ammansimento del lupo che ha reso Gubbio nota in tutto il mondo, al quale è stato attribuito un significato di riconciliazione e di pacificazione tra l’uomo e la natura e tra gli uomini stessi, ma soprattutto su Francesco che usa misericordia nei confronti dei lebbrosi proprio in Assisi e in particolare a Gubbio. Come ricorda il biografo Celano a Gubbio “il Santo amante della perfetta letizia si recò tra i lebbrosi e stette con loro, servendoli in tutti i bisogni per amore di Dio, lavando i loro corpi in disfacimento e detergendo la materia delle piaghe.” Francesco, quindi cura e consola quegli infelici, vittime del dolore, il rifiuto dell’umanità, dando ai fratelli straziati e infelici le primizie della sua opera di amore e di misericordia. Nel suo Testamento Francesco così si esprime: “…mentre era nei peccati m’era assai molesto vedere i lebbrosi e il Signore mi condusse tra loro ed usai MISERICORDIA con essi e quello che prima mi era sembrato amaro mi si cambiò in dolcezza per l’anima e per il corpo.”
Come afferma Felice Accrocchia il riferimento ai lebbrosi è centrale nella vita di Francesco, che nel Testamento definì momento capitale della sua conversione proprio l’incontro con essi. Arrivò attraverso la misericordia di Dio dal peccato alla grazia e Lui stesso usò misericordia nei confronti dei lebbrosi. Lo stesso Francesco, quindi, divenne capace di immergersi nel dolore altrui e a guardare ai problemi degli altri. Da quella esperienza di misericordia nacque un uomo nuovo, capace di “rovesciare i suoi criteri di valore e di giudizio: l’amaro divenne dolce e ciò che prima era aborrito si trasformò in ragione di vita.” In tutta l’esperienza di Francesco traspare il volto della misericordia, che portò uomini lontani da Dio ad avvicinarsi a Lui. Insegnò a fare lo stesso ai suoi frati. Si narra che tre ladroni, a Montecasale, chiedono a frate Agnolo di dar loro da mangiare ed egli dice a Francesco di essersi rifiutato perchè essi rubavano le fatiche altrui. Francesco lo rimprovera per non aver usato misericordia e gli ordina di portare subito ai ladroni una tasca di pane. Quei poveri sventurati diventeranno frati minori e vivranno in seno all’ordine. Il suo grande amore per Cristo lo porta talvolta ad essere molto compassionevole, ma anche molto severo. Nelle vicinanze dell’Abbazia di Vallingegno accade un toccante episodio che commuove il Poverello quando è ospite in essa: una pecora in una casa colonica partorì un agnellino, ma una troia crudelissima non guardando alla vita dell’innocente, con vorace morso l’uccise. Levatisi gli uomini la mattina trovano l’agnellino morto e comprendono che la troia è colpevole del misfatto . A tal notizia il pio Padre si muove a compassione e ricordando un altro Agnello si lamenta per la morte della bestiola ed eslama : Ahi, frate agnellino, bestiola innocente, che sei rappresentazione, tanto utile agli uomini! Maledetta sia quell’empia che ti uccise, e nessuno mangi delle sue carni, né uomo, né bestia! Prodigio! Subito quella malefica prese a stare male e dopo tre giorni di spasimi ebbe in castigo la morte. Viene gettata nel fossato del monastero e vi stette molto tempo, disseccandosi come un legno, senza che nessuno, per quanto stimolato dalla fame, se ne cibasse.
Gli atti di umiltà e di carità compiuti da Francesco a Gubbio, subito dopo la conversione e la rinuncia ai beni del padre Bernardone, colpiscono gli eugubini che stupiti cominciano ad intessere elogi nei suoi confronti. Papa Francesco, calcando le orme del Poverello nella Gmg del 2013, tenutasi a Rio de Janeiro, ha usato misericordia verso i tossicodipendenti, i lebbrosi del nostro secolo, inaugurando l’ala dell’ospedale S. Francesco, un presidio di terapie psichiatriche che ha l’obiettivo di assistere e curare i tossicodipendenti soprattutto del crack. Ad Aparesida il Papa aveva invitato genitori ed educatori “a trasmettere valori che rendano i giovani artefici di un mondo più giusto, solidale e fraterno, a non lasciarsi ingannare dal fascino di idoli che vengono messi al posto di Dio e sembrano dare speranza, come il denaro, il successo, il potere, il piacere”. Aveva dichiarato che la vera gioia è seguire Cristo, è il servire gli altri e aveva ricordato che il momento in cui tutto questo è diventato concreto nella vita di Francesco è stato quando ha abbracciato un lebbroso; quel fratello sofferente è stato mediatore di luce per San Francesco d’Assisi, perché ha affermato che in ogni fratello e sorella noi abbracciamo la carne sofferente di Cristo. Anche a Rivotorto il Pontefice, nella sua visita in Assisi del 2013, ha compiuto l’identico gesto di visitare il santuario francescano del Sacro Tugurio, l’umile dimora di S. Francesco e dei suoi compagni, con accanto il lebbrosario dove essi usavano misericordia curando i lebbrosi. Bergoglio, anche quando era vescovo di Buenos Aires è stato uomo di misericordia: è stato vicino ai poveri, il giovedì santo d’abitudine ha lavato i piedi ai detenuti delle carceri, coraggiosa la sua difesa delle donne sole, delle ragazze madri abbandonate, ha provato grande dolore nell’apprendere che alcuni sacerdoti rifiutavano il battesimo ai nati fuori del matrimonio, innumerevoli le messe celebrate tra i cartoneros.
La vita di San Francesco è piena di altri atti di misericordia, immortalati da Giotto nella basilica superiore della chiesa di San Francesco di Assisi, come la donazione del mantello al cavaliere povero. Si ricorda anche il miracolo operato a Gubbio raccontato dal Celano: una donna, “appena seppe che San Francesco era entrato nella città, corse da lui e con volto dolente e aspetto miserando, mostrandogli le mani contorte, cominciò a pregarlo che gliele toccasse; ed egli, mosso a compassione, le toccò le mani e gliele sanò. Allora la donna, tornata tutta allegra in casa, fece con le sue mani una focaccia di farina con formaggio (la famosa torta di Pasqua di Gubbio ?) che offrì al Santo, il quale ne prese un poco per farle cosa gradita e disse alla donna che ne mangiasse il resto con la sua famiglia.
Sant’Ubaldo santo di misericordia
Giovanni Paolo II in un suo messaggio a mons. Ennio Antonelli, vescovo di Gubbio , citando Giordano e Teobaldo afferma che in Sant’Ubaldo la sua inalterabile pace interiore, derivante dalla piena conformità alla volontà di Dio “traspariva nella serenità del suo volto, nell’affabilità e cordialità nel suo atteggiamento, nella mitezza con cui perdonava le offese arrecate alla sua persona, cercando di vincere il male col bene. È rimasto celebre il gesto magnanimo verso l’insolente capomastro che l’aveva aggredìto: “Dammi ! o figliolo un bacio e il Signore onnipotente ti rimetta questo peccato e tutti gli altri”. Un grande atto di misericordia.
Anche durante una lotta fratricida tra opposte fazioni, Ubaldo, avendo accolto in sé la forza della riconciliazione che viene da Dio, ha misericordia dei propri concittadini e diviene operatore di pace tra di loro. Ricondusse i contendenti alla ragione con il suo comportamento avveduto e coraggioso: si spinse tra le schiere dei combattenti, in mezzo alle spade dei feritori, e sotto la grandine dei sassi, come se fosse mortalmente ferito, si lasciò cadere per terra.
Ubaldo e Francesco sono due grandi santi che hanno molti elementi in comune: appartengono a due famiglie ricche e scelgono liberamente la povertà, secondo le parole dell’apostolo. “niente aventi e tutto possidenti”. Ubaldo, inoltre, costruisce nei pressi della Canonica un ospedale per i poveri e i pellegrini. Al suo sostentamento vengono destinati residui della mensa ed altre offe.

I luoghi di misericordia a Gubbio
• La Vittorina
E’ il luogo dove avviene l’ammansimento del lupo da parte di Francesco e il primo convento dei frati francescani, donato dai monaci cassinesi di S. Pietro, scelta da Francesco perché un luogo silenzioso, adatto alla preghiera e perché vicino al lebbrosario di San Lazzaro
• Il fondaco degli Spadalonga e La chiesa di San Francesco. In questo luogo la famiglia Spadalonga usa misericordia verso l’amico Francesco, figlio del mercante Bernardone quando, dopo la rinuncia dei beni del padre nella piazza del Vescovato di Assisi, viene a Gubbio nell’inverno del 1207. Viene ospitato per qualche tempo dagli Spadalonga. Federico, per altri Giacomello, gli dona una povera veste nell’attuale cappella Sforzolini. Sul fondaco degli Spadalonga verrà eretta la chiesa di San Francesco. La chiesa accoglie nella cappella di sinistra la bellissima immagine della Madonna della misericordia in una cornice di argento smaltato , copia di quella conservata nella chiesa di S. Chiara di Rimini. Nel 1896 fu vista da molti eugubini muovere più volte gli occhi. Nella raccolta d’arte del convento, a pianterreno, si trova la tavola di S. Francesco e il lupo di Felice Damiani, secolo XVI, e il sigillo della custodia eugubina. Sempre di Felice Damiani il dipinto della Madonna in trono con il Bambino e ai suoi piedi S. Nicola di Bari, S. Ubaldo e S. Francesco.
• Piazza San Giovanni, dove viene fatto il patto con il lupo alla presenza del popolo eugubino .
Dai Fioretti:
“fatta la predica il Santo pronuncia queste parole: “frate lupo, che è dinanzi a voi, sì m’ha promesso e fattamene fede di far pace con voi e di non offendervi mai in cosa nessuna e voi gli promettete di dargli ogni dì cose necessarie e io entro mallevadore che ‘l patto della pace egli osserverà fermamente”.
• Chiesa di San Francesco della pace, eretta sopra la grotta in cui visse il lupo ammansito, sfamato dagli eugubini per qualche anno; al suo interno è custodito il coperchio della tomba del lupo ritrovata nel 1872−1873 e la pietra, usata oggi come mensa d’altare sulla quale, secondo la tradizione, Francesco parlò al popolo eugubino e venne fatto il patto con il lupo. Da sottolineare il dipinto di Giovanni Battista Michelini che, ancora una volta, ritrae S. Francesco e S. Ubaldo.
Dai Fioretti: “Il lupo entrava domesticamente nelle case a uscio a uscio, senza fare male a persone senza esserne fatto a lui; e fu nutricato cortesemente dalla gente, e andandosi così per la terra e per le case, giammai nessuno cane gli abbaiava dietro. Finalmente dopo due anni frate lupo si morì di vecchiaia, di che li cittadini molto si dolsero, imperò che veggendolo andare così mansueto per la città, si ricordarono meglio della virtù e santità di Francesco
• Piazza Grande, Museo Comunale, dove sono esposti diversi dipinti che rappresentano S. Francesco con il lupo, tra cui la pala della compagnia del Cordone di San Francesco di Felice Damiani. Nella Sala dell’Udienza, si trovano su un muro affreschi attribuiti a Francesco Brunori : San Francesco e il lupo, che stipulano il patto di pace, un mercante dà a Francesco una saja per un vestito ,nella bottega di un sarto Francesco prova un vestito
• Cattedrale, Museo diocesano. All’interno nella cappella del beato Villano si trova l’affresco di San Francesco e il lupo di Augusto Stoppoloni.
• Basilica di Sant’Ubaldo, l’altare è ornato da raffigurazioni dei santi eugubini e di Giacomello con il lupo; sopra il basamento un’urna in forme rinascimentali, ideata da Carlo dei conti della Porta, costruita nel 1886 dall’artigiano Nazzareno Levalassi, con la collaborazione di Raffaello Toscanelli. Pio Cenci ipotizza che durante i mesi di permanenza a Gubbio, Francesco sarà salito più volte sull’Ingino per pregare ai piedi dell’arca dove riposano le spoglie incorrotte di Ubaldo. Attraverso l’anima santa del vescovo Villano Francesco può constatare che il suo nuovo stile di vita ha tanti punti in comune con quelli di Sant’Ubaldo. Come rileva padre Egger i due santi hanno in comune l’ardore apostolico, come la riforma della chiesa e si ispirano fondamentalmente a S. Agostino.
• Se si uniscono le memorie sopra ricordate è possibile costruire un percorso francescano−ubaldiano che va dalla Vittorina e il lebbrosario di San Lazzaro sino alla Basilica di Sant’Ubaldo e questo potrebbe essere un itinerario da privilegiare che potrebbe essere percorso dai pellegrini che sostano a Gubbio per una esperienza non solo estetica, ma anche e soprattutto spirituale. A nostro avviso è necessario disporre di guide che trasmettano saperi ,emozioni e spiritualità nei pellegrini sugli itinerari francescani e ubaldiani. Per questo sono necessari corsi seri ed approfonditi. Andrebbero privilegiati i giovani in cerca di prima occupazione e questo sarebbe un concreto atto di misericordia nei loro confronti.
Il Giubileo, in sintonia col titolo, dovrà prevedere eventi permeati di sentimenti di compassione e di pietà profonda per l’infelicità altrui, i lebbrosi all’epoca di San Francesco, gli emigranti, le nuove povertà, le nuove schiavitù, gli emarginati, i consumatori di droghe, gli infelici in genere, la natura oggetto di aggressioni violente da parte dell’uomo, oggi.
Di seguito si indicano alcune opere ed eventi che potrebbero essere realizzati a Gubbio in occasione del Giubileo della misericordia, ricordando che nel Giubileo del 2000 venne realizzato l’ascensore per la Cattedrale:

• Realizzazione di una statua artistica che rappresenti San Francesco e il lebbroso, proposta dal rettore della basilica di Sant’Ubaldo, don Fausto Panfili, nel suo intervento in occasione della presentazione del nostro libro: “Assisi e Gubbio con il Papa sui passi di Francesco”;
• Recupero dell’ex chiesa del Lebbrosario di San lazzaro, oggi un locale di abitazione privata, posto lungo l’antico tracciato che portava in Assisi;
• Perimetrazione dell’antico lebbrosario, ( possibilità ed opportunità di fare scavi archeologici ?) Si ricorda che l’Ospedale di San Lazzaro era stato fondato nel 1168 ed apparteneva ai Canonici della Cattedrale di San Mariano. Il 16 agosto 1439, per decisione del gonfaloniere Filippo Billi e dei consoli eugubini, con il consenso del vescovo era stato unito all’Ospedale di S.Maria del Mercato o dei Laici;
• Recupero dell’ex mattatoio di proprietà del Comune di Gubbio per la creazione di un museo francescano;
• predisposizione di pacchetti turistici, anche in collegamento con Assisi, da proporre ai pellegrini nell’anno giubilare della misericordia venduti direttamente o attraverso reti di agenzie, che contemplino permanenze nelle due città con spettacoli che abbiano una relazione con San Francesco e la misericordia: musicol realizzato preferibilmente da artisti locali su san Francesco e l’ammansimento del lupo; su San Francesco e i lebbrosi;
• declamazione del Capitolo XXI dei Fioretti “Del Santissimo miracolo che fece Santo Francesco, quando convertì il ferocissimo lupo d’Agobbio” e della bellissima poesia di Ruben Dario, il massimo esponente del modernismo ispano−americano spagnolo, “Los motivos del lobo”, la più conosciuta nell’America latina; del Cantico delle Creature; esecuzione della canzone di Angelo Branduardi lI lupo di Gubbio e della la canzone Dolce Sentire, con proiezione di sequenze del bellissimo film di Zeffirelli “Fratello sole sorella luna”, che contiene anche immagini della Gubbio medievale, ricreando la Gubbio del XIII secolo, con musiche e danze medievali, curate dalle scuole di danza eugubine;
• Organizzazione di un convegno su San Francesco maestro di mansuetudine da tenersi a Gubbio e in Assisi e di un altro organizzato da Terra Mater e dalle quattro famiglie francescane sulla preghiera per la cura del creato proposta da papa Bergoglio per il I °settembre2015;
• Sesta e settima edizione 2015 e 2016 del cammino lungo il sentiero di Francesco con la partecipazione di portatori di handicap;
• Giornata sulla salvaguardia del creato dei giovani italiani con la partecipazione di personaggi autorevoli come il cardinale Oscar Andres Maradiaga
• Utilizzazione della casa−accoglienza della Misericordia, recentemente ristrutturata e della chiesa adiacente, anche per eventi
• Interventi di Misericordia verso i poveri di oggi (convegno: un nuovo modello di sviluppo per Gubbio, i fondi strutturali europei un’opportunità forse irrepetibile, corsi per l’autoimprenditorialità giovanile);
• Area Vasta: distretto culturale dell’Appennino umbro−marchigiano: realizzazione delle vie dello spirito collegando le abbazie con itinerari ;
• Mostre di dipinti con soggetto atti di misericordia ( Caravaggio: conversione di San Matteo ,Le sette opere di misericordia); di artista della cerchia di Bernardo Daddi La Madonna della Misericordia ( 1342) all’interno della sala dei capitani della Loggia del Bigallo ora museo e sede dell’ufficio turistico del Comune restaurata dalla dott. Lidia Cinelli……);
• Mostra di opere che ritraggono l’episodio dell’ammansimento del lupo utilizzando le opere locali e magari, almeno una ,presa in prestito da Londra (National Gallery), come il dipinto di Stefano di Giovanni detto il Sassetta “San Francesco e il lupo” (sec. XV);
• Come giustamente ha affermato il cardinale Maradiaga la visita di Gubbio è la naturale prosecuzione di quella di Assisi per le numerose memorie francescane in essa presenti. A tal fine vanno creati pacchetti turistici di più giorni che prevedano soggiorni nelle due città con collegamenti anche attraverso il sentiero francescano della pace da percorrere con mezzi a due ruote o a piedi, o a cavallo, come già è stato fatto nel passato.
• Concerto ( quello di Natale?), organizzato anche in più città, dell’orchestra diretta da Daniel Baremboim ( baremboimsaidfoundation@yahoo.com) con proiezione del film Knowledge is the Beginning sulla collaborazione tra Daniel Baremboim e il palestinese Edward Said per formare l’orchestra con elementi provenienti da varie città arabe in guerra tra di loro. L’esperienza dei componenti l’orchestra è unica in quanto fa convivere pacificamente individui di Paesi tra di loro in conflitto, esempio di come possa realizzarsi una convivenza pacifica. Essi, infatti, condividono un cammino di misericordia, perché, come è stato sostenuto, senza misericordia non vi sarà né pace né accoglienza dell’altro; senza misericordia non si va da nessuna parte, sicuramente non si va verso Dio, non ci si avvicina a Lui.
Un grosso problema, tenuto conto della grave crisi che stiamo attraversando con timidissimi segni di ripresa, è rappresentato dal reperimento dei fondi necessari. A tal fine andranno costituite delle reti formate da pubblico e privato che, coordinandosi, concentrino le risorse su alcuni interventi significativi.
Maria Vittoria Ambrogi Giambaldo Belardi