Anche noi della associazione Maggio Eugubino vogliamo accodarci al coro di coloro che hanno deplorato il mancato inserimento di membri di Gubbio all’interno del neocostituito comitato per le celebrazioni degli 800 anni dalla morte di San Francesco.

Infatti abbiamo appreso in questi giorni, caratterizzati dalle Feste per il Patrono San Ubaldo e dalla Festa dei Ceri, di questa esclusione di Gubbio dal comitato nazionale preposto alla organizzazione delle cerimonie ed iniziative per il centenario dalla morte del poverello di Assisi, San Francesco.

Il comitato è stato istituito con decreto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri che ha provveduto a nominare quale presidente Davide Rondoni e a questo ultimo si affiancano altri 18 componenti, di cui in parte provengono dall’Umbria e da Assisi, ma nessuno da Gubbio.

Questo organismo ha il compito di elaborare un programma culturale relativo alla vita, all’opera e ai luoghi legati alla figura di San Francesco e prevede un budget di 4,5 milioni di euro.

La esclusione dal comitato ci rammarica molto e dispiace che non ci siano componenti della città di Gubbio, dove San Francesco ha avuto comunque frequentazioni ed esperienze anche raccontate nei fioretti, dove è stato accolto dalla famiglia dei Spadalonga, dopo l’abbandono della casa paterna e la rinuncia alle ricchezze, dove successivamente San Francesco indossò per la prima volta il famoso saio, simbolo – da secoli – dell’Ordine francescano, dove si è compiuto l’incontro con “frate lupo, il lupo di Gubbio che il Santo ammansì affinché non affliggesse male alla popolazione della città.

L’episodio di San Francesco e il lupo di Gubbio è una delle storie più famose della vita di San Francesco d’Assisi ed è spesso interpretato come una metafora della conversione. Il lupo rappresenta l’uomo peccatore, che attraverso l’incontro con il Santo trova la pace e la salvezza.

Questa interpretazione sottolinea l’importanza della misericordia e della compassione nella vita cristiana.

In sintesi, l’episodio di San Francesco e il lupo di Gubbio è una storia molto significativa nella tradizione cristiana e francescana, che rappresenta la capacità dell’amore e della gentilezza di superare la violenza e la paura, sottolinea l’importanza della misericordia e della compassione cristiana.

San Francesco di Assisi trascorse un periodo significativo della sua vita a Gubbio, e durante quel tempo è probabile che abbia avuto l’opportunità di entrare in contatto con l’insegnamento di San Ubaldo e con l’atmosfera spirituale della città. Sebbene non ci siano prove documentali specifiche di un’influenza diretta di San Ubaldo su San Francesco, è possibile che le idee di mitezza e riconciliazione promosse da San Ubaldo abbiano avuto un impatto indiretto sul pensiero e l’insegnamento di San Francesco.

San Francesco di Assisi, nel suo impegno per la povertà evangelica e l’amore per tutte le creature di Dio, ha incarnato e diffuso un messaggio di umiltà, mitezza, perdono e riconciliazione. Le sue azioni e i suoi scritti riflettono una profonda compassione verso gli altri e un desiderio di superare le divisioni e le inimicizie.

La sua celebre preghiera, conosciuta come “Preghiera di San Francesco” o “Preghiera della Pace”, incarna queste idee di mitezza e riconciliazione:

“Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace. Dove è odio, fa’ che io porti amore; Dove è offesa, perdono; Dove è discordia, unione; Dove è dubbio, fede; Dove è errore, verità; Dove è disperazione, speranza; Dove è tristezza, gioia; Dove sono tenebre, luce.”

Questo messaggio di mitezza, perdono e riconciliazione si riflette nelle azioni di San Francesco durante la sua vita, come il suo incontro con il lupo di Gubbio e il suo impegno per la pace durante la Quinta Crociata. Pertanto, è possibile che l’insegnamento di San Ubaldo e l’atmosfera spirituale di Gubbio abbiano contribuito indirettamente alla formazione e all’accentuazione di questi valori nella spiritualità di San Francesco di Assisi.

Ora Il fatto che non ci sia nessun membro di Gubbio nel comitato non ci deve però precludere dall’avere soddisfazione e riconosciuto il ruolo della nostra città, poiché è la storia che dimostra che San Francesco e Gubbio sono legati e che Gubbio ha fatto parte della vita del Santo di Assisi, avendo avuto anche l’insegnamento di San Ubaldo, che lo ha preceduto, il quale pregava mitezza e riconciliazione.

Ci domandiamo allora, con tali premesse, come sia potuto accedere che Gubbio non è stata presa in considerazione nella composizione del comitato; non si può cancellare la storia ed il simbolismo dalla vita di San Francesco in questa maniera.

Ora però importante sarà farsi valere e trovare spazio per far si che San Francesco e Gubbio siano ricordati nelle celebrazioni dell’ottocentesimo anno dalla morte del Santo, Patrono d’Italia.

Nel comitato ci sono nomi che ben conoscono la città di San Ubaldo, come ad esempio il Prof. Cardini, che molte volte è stato ospite del Festival del Medioevo e così altri; ora ci si deve concentrare non sulle ragioni della esclusione ma sul cercare di entrare nella agenda delle celebrazioni ricavandoci il giusto spazio che Gubbio con la sua storia merita nella eredità di San Francesco, Gubbio sua seconda città “natale” dove è nato al francescanesimo, avendo messo il saio francescano.

Chiudiamo dicendo che la nostra Associazione è pronta a collaborare con tutti coloro che vorranno mettere in campo iniziative per il centenario.