Aldo Ajò alla Società Ceramica Umbra di Gualdo Tadino (1925-1929)

A cura di Ettore A. Sannipoli

Sabato 29 aprile ore 11:30 Casa di Sant’Ubaldo

 

L’Associazione Maggio Eugubino è lieta di ritrovarVi, insieme agli esperti di ceramica, alla terza edizione del ciclo di conferenze sulla ceramica in memoria di Giovanni Colaiacovo.

Sulla base della documentazione finora reperita, l’artista eugubino Aldo Ajò (1901-1982) ricoprì il ruolo di direttore artistico della Società Ceramica Umbra “Paolo Rubboli” di Gualdo Tadino tra il 1925 e il 1929.

Non è affatto imprudente affermare che i risultati più innovativi e qualitativamente elevati allora raggiunti dalla S.C.U., a prescindere dall’applicazione della tecnica del lustro, furono proprio quelli basati sull’operatività diretta o, comunque, sulle felici intuizioni di Aldo Ajò. Riemergono via via testimonianze atte a dimostrare come le indiscutibili doti ideative ed esecutive del giovane eugubino siano state da lui messe a profitto perlomeno in due modi diversi durante l’avvincente esperienza gualdese.

Una prima via è quella esemplificabile tramite l’accattivante trittico in maiolica lustrata con la Madonna e due Angeli (Gubbio, collezione privata): opera in cui l’eugubino evidenzia tutte le sue capacità di rinnovare la tradizione, nella fattispecie quella anticomoderna rappresentata da artisti attivi fra il tardogotico e il rinascimento, come l’Angelico o i senesi sul tipo di Sano di Pietro; e ciò alla luce di un revival storicistico che, dall’iniziale propensione neorinascimentale, stava oramai trascorrendo verso recuperi più schiettamente tardogotici o pseudo-rinascimentali, anche per soddisfare l’esigenza di una flessuosa modernizzazione dei modelli iconografici di riferimento.

L’altra via è quella schiettamente innovativa, contraddistinta dalla preziosità delle scelte ornamentali e dalla profusione o, comunque, dal ruolo essenziale dei lustri, nonché da soggetti che (pur con reminiscenze Liberty) si allineano con lo Stile 1925 piuttosto che con i predominanti motivi mastrogiorgeschi, dettati – questi ultimi – da aspettative basate su una rivisitazione, sempre più sterile e retorica, della tradizione locale.

Con il passar del tempo, vennero prodotte dai Rubboli ceramiche su spolveri dell’eugubino contraddistinte da una minore tenuta qualitativa rispetto agli esemplari realizzati o supervisionati dall’ideatore in persona.

Il ruolo di Ajò nella Società Ceramica Umbra non si limitò ovviamente alle sole creazioni personali, ma fu anche e soprattutto quello di ideare fogge, decorazioni e soggetti da utilizzare sia nel campo della predominante produzione storicistica sia in quello, più limitato ma di sicuro più moderno, della produzione Déco (e, in rari casi, addirittura futurista).

 

*Evento reso possibile grazie alla Fondazione Perugia, con il patrocinio del Comune di Gubbio