MARZO PAZZERELLO (che novità!) E IL VORTICE POLARE SCRICCHIOLA UN PO’. 

WEEKEND TRA FREDDO DA EST E QUALCHE “PULCE” ATLANTICA.

 

Dopo la “sorpresina” di martedì mattina (ben poca cosa, come sospettavamo) e due giorni in compagnia di un labile promontoriello di hp, ecco che da domani questa impostazione comincerà a cedere, intaccata su due fronti, com’era nelle ipotesi: AD EST LA SACCATURA CONTINENTALE PIÙ FREDDA che piega verso l’Adriatico grazie alla torsione dell’asse del suddetto promontorio verso nordest; e AD OVEST LA PRESSIONE DEL FLUSSO ATLANTICO che, prima zonalmente, riuscirà a staccare LIMITATI IMPULSI FREDDI diretti verso la Spagna avvicinandosi ai nostri bacini e giungendo praticamente in contatto con l’aria più fredda orientale; e poi (ma parliamo già della settimana ventura), con una netta flessione del getto, darà il via ad un’ondulazione più marcata, con una cresta di hp che sale verso il Mar del Nord e oltre, e un’interazione bassa (cosiddetto tunneling), ossia un cordone freddo e instabile che coronerà sul suo perimetro meridionale la cella di hp che si andrà a chiudere in zona scandinava. 

Per semplificare, abbiamo fotografato questi 2 momenti (il secondo nel suo avvio) nei 2 pannelli in calce.

 

Evoluzione, questa della settimana prossima, che sarà tutta da chiarire nei suoi effettivi risvolti. Per ora ne anticipiamo soltanto la configurazione in via del tutto generale. È comunque un pattern che, se si fosse presentato tra Gennaio e Febbraio, avrebbe offerto qualche chance in più per qualcosa di veramente invernale. 

Ormai le giornate si allungano e le cose di complicano in ogni senso sul versante previsionale. 

Soprattutto ora che il Vortice Polare, finora in pieno vigore e ben accorpato, viene scosso e destabilizzato. Un po’ sono le spinte dinamiche, un po’ il fisiologico avanzamento stagionale, quel malloppo polare da qualche parte deve smaltirsi, in modo “soft” o in modo “hard”. 

Ne vedremo passo passo la sorte in queste 2-3 settimane, probabilmente determinanti.

 

Tornando al breve termine, vediamo cosa accadrà in questo fine settimana e al massimo fino a lunedì.

Abbiamo già capito che avremo che fare con l’aria continentale in ingresso dalle porte della Bora (più o meno un ingresso come martedì) e in fase con questa quegli impulsi in arrivo da ovest. Non avremo però fronti associati e una circolazione veramente ciclonica, se non blanda sui mari centromeridionali. 

Pertanto, il lato precipitazioni sarà incerto e, alla fine, non molto produttivo. 

 

VENERDÌ: dalla notte aumento della nuvolosità. Dalla tenue “maccaja” a una copertura più compatta. 

Verso l’alba qualche timida pioggia o al limite acquaneve, con temperature al limite del passaggio di stato. L’aria fredda accumulata in questi giorni sarà un punto a favore in quest’ottica, ma dall’altro lato non avremo un’avvezione da nordest subito veramente fredda (entrerà una-2/-3 a circa 1400/1500 metri).

Si ruota di nuovo a grecale in tarda mattinata.

Precipitazioni che, non troppo intense, ma sempre più acquose che nevose, proseguiranno fino al metà pomeriggio per poi allentare la presa e lasciando spazio alla variabilità.

In questa tempistica ci atteniamo al prestigioso modello inglese (ECMWF); per dover di cronaca, facciamo presente che il modello americano (GFS) vede questo step un po’ ritardato di una manciata di ore, mollando la presa solo in serata. 

Ribadiamo comunque che saranno precipitazioni senza grinta e via via sempre più intermittenti.

 

SABATO-LUNEDÌ: in questa fase, tra l’altro ancora in attesa di definizione per i centri di elaborazione, vedremo sempre l’avvezione di aria fredda dalla sponda adriatica slava ma senza particolari circolazioni cicloniche. Solo tra Ionio calabrese e medio-basso adriatico avremo dei meso-minimi non troppo profondi che porteranno delle precipitazioni dall’ascolano in giù, fino alla Grecia.

Qua notiamo per sabato solo un’instabilità capricciosa ma senza nerbo, quindi nuvolosità bassa di prima mattina e poi un conflitto tra variabilità, con sprazzi di sole che cercano spazio tra i limitati effetti dello stau appenninico che tra tarda mattina e metà pomeriggio lancerà dei timidi segnali: in pratica qualche “sputazzo” nevischioso potrà  affacciarsi dalla cresta appenninica marchigiana ma non crediamo a niente di importante. Più o meno un remake, un po’ più dilatato, di martedì mattina.

In serata qualche squarcio e rasserenamento, pur sempre nella variabilità.

 

Anche domenica e lunedì scorreranno su questa falsariga, con episodi ancor più estemporanei e isolati a far capolino da est, tra la  variabilità e una poco proficua instabilità, in un gioco di addensamenti e riaperture. Aria sempre frizzante.

 

Se ci saranno sostanziali variazioni sul tema ne daremo novella.

 

TEMPERATURE E VENTI: vento dominante sarà sempre il grecale da venerdì pomeriggio a inizio settimana.

Termometri senza variazioni di rilievo nelle minime (sempre intorno alla 0 o poco sotto nelle vallate ma meno rigide rispettl alle albe a ciel sereno) e con massime in flessione di qualche grado (tra i +3 e i +8).