ANCORA FINTO INVERNO TRA ALTE PRESSIONI E TEMPORANEI DISTURBI.

Titolo che vuol sintetizzare un andamento generale ormai incancrenito. Tutte le cause risiedono in quel famoso ESE COLD (termine tecnico che sta ad indicare un raffreddamento e rafforzamento del Vortice Polare alle latitudini che gli sono consone, con poche o deboli ondulazioni in grado di portare un po’ di quel freddo da lassù a latitudini mediterranee); Ese Cold che si è instaurato poco dopo metà Gennaio e ha reso persistente una configurazione che si era in parte già avviata.
Secondo la meteo-letteratura una situazione simile dovrebbe avere tempi di condizionamento intorno ai 40-60 giorni: in sostanza, stando molto ma molto sulle generali, uno sblocco vero e deciso, un reset barico, potrebbe immaginarsi solo da metà Marzo. Sblocco che potrebbe manifestarsi in più maniere, da qualche articata continentale tardiva al ritorno delle piogge atlantiche. Ma queste sono, previsionalmente parlando, pura tendenza e pura illazione. Ne discuteremo a suo tempo.

Quel che è stato già, ed è ancora certo, è che il condizionamento di un Vortice Polare appollaiato a trottola lassù lo abbiamo visto, lo vediamo e lo vedremo ancora per un po’: il trend ha sempre parlato e parla di alte pressioni (più o meno robuste) al più interrotte da fugaci perturbazioni che preferenzialmente puntano le zone egeo-balcaniche.

In questo ampio quadro atmosferico, ecco che nei PROSSIMI GIORNI vedremo appunto la TEMPORANEA EROSIONE DELL’HP da parte della saccatura polare soprastante, che scorre, carica di vorticità, ben sopra il 47′ parallelo e che riuscirà soltanto a lambire la Penisola in questo weekend con le sue propaggini più meridionali, senza fenomenologia di peso.

Poi LUNEDÌ in Atlantico ci sarà un rapido sussulto, cioè UN’ONDULAZIONE LEGGERMENTE PIÙ PRONUNCIATA che vedrà la cresta azzorriana salire fino alle isole britanniche e favorire così la discesa di una massa fredda (una “porzione” del lobo del vortice polare) attraverso l’Italia, ma di nuovo destinato (ecco la recrudescenza del regime circolatorio!), alle zone più orientali (Balcani e Grecia), verosimilmente come cut-off.
Tra l’altro, sarà un fronte veramente rapido e che coinvolgerà solo parte della Penisola, quella adriatico-ionica: un’altra tipica toccata e fuga PRIMA DELL’ENNESIMO RECUPERO DI PRESSIONE DA OVEST (comunque transitorio e non radicale) TRA MARTEDÌ E GIOVEDÌ.

Oltre ancora potrebbero esserci delle “sorprese” (si fa per dire, visto il pattern descritto in apertura) ma la distanza è troppa e i modelli ancora incerti, pertanto ne riparleremo.

SABATO-DOMENICA: doppietta contraddistinta, almeno fino alla mattina di domenica, dall’instabilità poco produttiva descritta sopra.
Nubi in aumento sin dalle prime ore di sabato, coltre stratificata, correnti da ovest/sudovest, ma fenomenologia praticamente assente.
Solo in nottata e nelle prime ore di domenica (tra notte e primo mattino) si potranno far vive delle pioviggini o isolati piovaschi, ma sempre deboli come intensità.
Dopo una mattina ancora un po’ uggiosa, da dopo mezzodì rivedremo delle riaperture e spazi soleggiati.

LUNEDÌ: regge per poco la parentesi di tregua e già dall’alba tornano a farsi vedere le nubi, pur senza fenomenologia; ma attorno a mezzogiorno ecco avvicinarsi le avanguardie del fronte freddo (circoscritto minimo ligure e subito dopo il suo gemello in medio-basso adriatico) con le prime gocce.
Tra pieno pomeriggio e sera le piogge più convinte, sotto forma di piovaschi o rovesci localizzati. Anche in tal caso il forte contrasto tra quota (dove avremo una -30/-32) e bassi strati ancora miti e umidi e tra massa fredda in arrivo e preesistente aria subtropicale innescherà più facilmente fenomeni di tipo convettivo: non escluso qualche isolato nucleo temporalesco con gragnola o grandine.
In tarda serata e durante la notte dissipazione e riaperture con progressivo aumento di pressione.

MARTEDÌ-GIOVEDÌ: la distanza non è poca, comunque in tutti gli elaboratori di calcolo si nota l’allontanamento definitivo del fronte freddo verso sudest e la restaurazione del campo di hp (mobile) a partire da ovest.
Quindi ritorno del sole e solite dinamiche: nebbie o nubi basse mattutine, escursioni abbastanza accentuate e solo qualche innocua nube a zonzo nelle ore centrali, sotto forma o di cumuli sparsi o di irrisorie bande di stratocumuli causa leggera “maccaja”. Così almeno fino a buona parte di giovedì.

TEMPERATURE E VENTI: più o meno stabili i termometri e venti deboli o poco più fino a domenica: si alzano le minime e perdono pochi gradi le massime, che ricordiamo, oggi hanno toccato i +15 fuori le mura, nonostante il soleggiamento fosse ostruito da un’insulsa “maccaja”.
Libeccio e ponente in rinforzo lunedì, quando tra pomeriggio e sera caleranno anche le temperature visto il passaggio del fronte freddo; subito dopo i venti si disporranno da tramontana e grecale; caleranno le minime e risaliranno le massime fino a mercoledì, tornando sui valori avuti in questi giorni (+12/+15).
Probabile calo termico giovedì, ancora stabile, seppur insidiato da un po’ di aria fredda lungo il bordo est dell’hp che affluisce verso quella già albergante nei Balcani, lambendo le adriatiche.

In calce i soliti spaghi.

*NOTA: il veloce fronte di lunedì pomeriggio/sera è ancora in dubbio quanto a traiettoria. Anche poche decine di chilometri, in casi così fulminei, poco uniformi e circoscritti quanto ad area di interesse, possono fare la differenza nel proprio orticello.
Noi ci atteniamo alla lettura odierna del prestigioso modello europeo ECMWF.
Se ci fossero modifiche sostanziali ne daremo nuove domenica sera.