A cura di OLIMETEO

NÈ CARNE NÈ PESCE: VORTICITÀ ISOLATE A ZONZO NEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE, MA LE VERE PERTURBAZIONI ATLANTICHE SONO ANCORA LONTANE. E IL FREDDO SEMBRA RIMANERE AI MARGINI.

Senza poterci portare con la prognosi troppo in là, visto che i modelli di calcolo sono molto incerti nel dipanare la matassa a medio termine, staremo in un segmento temporale più breve per la nostra previsione.

Il rebus che gli elaboratori non hanno ancora risolto sta tutto nell'EVOLUZIONE di UN CUT−OFF (la vorticità isolata del titolo, la classica “goccia” fredda), che è visto staccarsi dal flusso principale, grazie all'azione erosiva dell'hp azzorriana che si protende verso il Continente, strappando appunto questo brandello di aria polare dalla saccatura che si era abbassata di latitudine e che ci ha fatto compagnia nei giorni appena trascorsi.
In carta è immortalato questo momento.

Ora, il rebus sta tutto nella traiettoria e nel posizionamento di questo piccolo vortice, DESTINATO COMUNQUE AL MEDITERRANEO OCCIDENTALE (unica cosa certa).
A parte l'azione di questa figura isolata, possiamo dire che sotto il 47' parallelo non si intravedono disturbi seri, perché il grosso del vortice polare e il flusso perturbato Atlantico sono ancora a latitudini abbastanza alte per impensierirci e non si scorgono azioni meridiane tali da portar giù un lobo di questa massa polare. Non escluso in questa evoluzione che si possa andare verso un pattern zonale con l'Azzorre a guadagnare campo verso l'Europa alle medie latitudini. Cose che però rivedremo più avanti.

Unico dubbio da sciogliere, quindi, le fisime del cut−off mediterraneo che (è proprio qui che i modelli sono ancora in travaglio) potrebbe isolarsi più verso le Baleari e le coste algerine oppure rimanere blandamente agganciato al flusso perturbato principale, in un cordone di contatto con una nuova saccatura in approfondimento in Mitteleuropa. Ricordiamo ancora che tali saccature non riusciranno a sprofondare più di tanto e le ondulazioni del flusso saranno poco pronunciate.

Comunque, se andasse in porto ad inizio settimana, sarebbe una “fase”, un collegamento che rinvigorirebbe il cut−off e lo avvicinerebbe alla Penisola.
Se invece il vortice rimanesse indipendente e confinato al basso Mediterraneo occidentale andrebbe gradualmente a deperire coi giorni, pur portando molta instabilità laddove stazionerà.
Essendo ancora in dubbio i calcolatori, ci limiteremo a chiarire il tempo di questo weekend, per poi riaggiornare sul prosieguo.

VENERDÌ−DOMENICA: trittico che vedrà una variabilità condita però da momenti di spiccata instabilità, dovuta appunto alla fase di distacco del cut−off da nordest, diretto con moto retrogrado verso le Baleari e dal successivo assestamento dello stesso tra coste algerine e Sardegna.
Quindi noi saremo ai margini di questa depressione, ma non in condizioni anticicloniche. Flussi umidi in risalita da sudovest sporcheranno i cieli, con velature spesse e anche stratificazioni e qua e là si faranno vive delle pioviggini o brevi piovaschi. Alternato a questi qualche sprazzo di sole.

Venerdì nella nuvolosità stratificata basse percentuali per qualche pioviggine pomeridiano−serale, ma dallo scarso rilievo, tipiche di un fronte caldo livellato.

Sabato mattina senza note troppo instabili, ma tra tardo pomeriggio e l'alba di domenica possibile qualche piovasco più deciso.

Poi la domenica vedrà più riaperture e una situazione tutto sommato gradevole e con pochi disturbi se non nuvolosità irregolare.

Annotiamo che la tolleranza è d'obbligo in casi simili: quel po' di piogge descritte saranno appese a un filo abbastanza sottile, fatto di strisciate poco estese nel flusso umido in risalita da sudovest.

TEMPERATURE E VENTI: nessuna variazione importante nei termometri, che anzi guadagneranno qualche grado domenica. Grecale da debole a moderato. Aria ben più calda al sud, soprattutto tra Sicilia e Tacco d'Italia per richiamo sciroccale alla destra del sistema perturbato.

Per curiosità ed eccezionalità mettiamo al corrente dei 28 gradi registrati in piena notte sul litorale messinese per quel richiamo caldo già in atto e per compressione di questa aria già calda nella sua discesa lungo le pareti dei Nebrodi e dei Peloritani.