il 23 ottobre 1950 prendeva vita il sodalizio più attivo ed espressivo che il dopoguerra abbia mai visto. Oggi lavoriamo alacremente per il buono e il bello per Gubbio, per il patrono, per le nostre tradizioni, lo spirito eugubino, le nostre radici e il futuro. Grazie al Consiglio del Maggio di oggi e di ieri e a tutti i volontari che contribuiscono a realizzare le brillanti iniziative del Maggio!

Vogliate immaginarvi di fronte ad un camino acceso, con un anziano (eugubino verace) seduto su una sedia a dondolo, con una coperta di lana poggiata sulle gambe che inizia a narrare un aneddoto curioso:

Era il 1950: «superate ma non dimenticate le tragiche realtà lasciateci dalla Seconda Guerra Mondiale con le sue sanguinose stragi, le distruzioni, i suoi lager, l’olocausto, i tanti eroici morti volutamente non ricordati, quando gli italiani poco alla volta si sentirono rinascere dall’incubo della paura e della fame, nella nostra Città ci si organizzò per ridare dignità e vitalità almeno alle sue tradizioni più significative.

Così […] decidemmo di fondare l’Associazione Maggio Eugubino legalmente riconosciuta con atto del Notaio Dott. Franco Filippo Marchetti in data 23 ottobre; iniziammo la pubblicazione del periodico “Il Maggio Eugubino” (ora l’Eugubino) con la caratteristica testata in xilografia di Saffo Scavizzi». E la memoria immediatamente vola alla “sacchetta bianca”, ancora esistente nei magazzini dell’Associazione e che «conserva le stampigliature dei Ceri e le parole Maggio Eugubino». I fondatori dell’Associazione (il cui comitato centrale era allora risultato costituito da: Presidente: Mario Rosati, insieme a Sergio Alunno, Giuseppe Bei Clementi, Nicola Benedetti, Giuseppe Bossola, Nino e Pio Farneti, Adolfo Fiorucci, Luigi Fiorucci, Tito Morena, Rizieri Nicchi, Raffaele Nucci, Leo Orsini, Guido Prosperetti, Antonio Rossi, Augusto Solano, Giuseppe Raffi, Saffo Scavizzi, Maceo Tonini e Eugenio Vispi) avevano ideato la summenzionata “sacchetta” per raccogliere grano durante le “battiture”, per assicurare così il denaro necessario ai programmi subito avviati dal Nuovo Sodalizio che riprendeva le intenzioni della vecchia Pro Gubbio fondata nel 1926 e finita per le vicende della Seconda Guerra Mondiale. […].