A cura di OLIMETEO

IL FREDDO È ARRIVATO, MA NON DURERÀ.
Ebbene sì. Col passar dei giorni e grazie agli aggiornamenti modellistici, nelle ultime 48 ore si sono palesate ragguardevoli novità. Il lago freddo russo−balcanico batterà leggermente in ritirata, come al contempo si ritrarrà il ponte anticiclonico che aveva permesso al freddo di colare verso noi. Quindi saltano gli schemi della tanto paventata ondata gelida duratura e reiterata.
Questo perché DA OVEST PREME IL FLUSSO ZONALE ATLANTICO, per quanto può, anche se ad est troverà sempre il muro gelido a contrastarlo. Il tutto si tradurrà in un aumento dell'umidità relativa e uggiosa nuvolosità (che spesso abbiamo definito “maccaja”), ma poco prolifica (non ci saranno minimi in formazione; solo un po' d'instabilità di disturbo in alta quota).
Con uno sguardo allo sviluppo immediatamente successivo (a partire dal 20), la NOVITÀ RILEVANTE sarà la caduta forzata del getto in est Atlantico, davanti al Portogallo, dinamica che favorirà una NUOVA ESPANSIONE ANTICICLONICA, UNA ROBUSTA CAMPANA (cosiddetto blocco ad omega) che salirà praticamente dall'Africa, inglobando buona parte dell'Europa centroccidentale. Pertanto PRIMAVERA ALL'ORIZZONTE.
Ovviamente ne riparleremo, attendendo conferme.

Nel frattempo, il sole brillante che avevamo previsto reggere fino a domani (previsione a 5 giorni!) verrà oscurato in anticipo proprio da quel flusso umido atlantico che spinge. Quindi…

MARTEDÌ−VENERDÌ: con blocco unico, come già altre volte capitato in fasi rese omogenee da una dinamica poco variegata, sintetizziamo questa 4 giorni con grigiore e umidità. Cieli perlopiù coperti, nuvolosità più bassa al mattino, poi media nelle ore centrali, ma prevalentemente sterile. Solo qualche pioviggine martedì pomeriggio, pur sempre roba di poco conto. Altre isolate pioviggini saranno comunque irrilevanti. Spiragli pomeridiani tra giovedì e venerdì, anche se sarà difficile fendere la cappa.

Una fase, questa, per cui dovremo necessariamente passare prima di poter godere del promontorio stabilizzante che abbiamo prospettato.
Ultima gelata martedì mattina, dopodiché la circolazione atlantica farà risalire “in primis” le minime.
Massime in graduale rialzo da mercoledì (martedì ancora freddo), con un fine settimana che dovrebbe assumere un sapore praticamente di inizio primavera.
I venti saranno tutti dai quadranti occidentali a partire da martedì pomeriggio.

TIRIAMO UN PO' LE SOMME di questa irruzione fredda che ci ha coinvolto e sta volgendo al termine.
Le aspettative erano buone stavolta, perché lo erano le potenzialità, eppure ci siamo tenuti nella consueta ragionevolezza, senza esagerare.
Ognuno poi giudicherà come vuole, avendo visto sabato mattina in città le auto coperte anche da 8/10 cm di neve, mentre tetti e strade appena velate da uno straterello stentato.
LA NEVE È DA SEMPRE L'IDROMETEORA PIÙ DIFFICILE DA PRONOSTICARE! E volerla precisare da microzona a microzona lo è ancor più. Basti dire che il destino ha premiato più Perugia o Foligno che Gubbio; Fossato ha fatto il pieno, ma non Gualdo. E potremmo continuare facendo una mappatura che diverrebbe caotica, per quanto appunto è caotica l'atmosfera.
Il rammarico, se così vogliamo definirlo, è l'aver avuto un fronte a tutto tondo, circa 40 ore tra venerdì sera e domenica mattina (con brevissima tregua in mezzo), e non aver visto la cosa più importante, quella che, con una manciata ben fatta di queste molte ore, avrebbe cambiato aspetto alla cosa: l'intensità delle precipitazioni.
Non ci ha premiato né la fase frontale, né la fase da stau, che sopra un cuscino ormai gelato, avrebbe attecchito con assoluta semplicità.
Avremmo un po' tutti preferito che le nostre previsioni fossero imperfette per difetto: 15−20 cm di neve sarebbe stato un evento, proprio perché non ci siamo più abituati.
Pazienza, sarà per la prossima volta… se ci sarà in questo inverno che ormai è quasi ai titoli di coda.

In calce 2 sinottiche: il flusso atlantico zonale verso di noi col lago gelido ad est, e poi il teorico promontorio in ascesa.