È stato di recente pubblicato, da Brepols Publisher n.v. di Turnhout (Belgio), il volume La maiolica italiana del Rinascimento. Studi e ricerche, a cura di Giulio Busti, Mauro Cesaretti e Franco Cocchi, che raccoglie gli atti del convegno internazionale svoltosi ad Assisi dal 9 all’11 settembre 2016. Tra le relazioni dei principali storici della ceramica italiana, vi è anche quella di Ettore A. Sannipoli intitolata Note sugli istoriati “a due orizzonti” (pp. 205?230). L’autore ha presentato i primi risultati di una ricerca sulla tipologia di piatti istoriati con figurazione principale sulla tesa e sussidiaria nel cavetto, spesso separate tra loro da una fascia anulare sulla balza, decorata o lustrata. Questo tipo di istoriati si sviluppa nei centri del ducato di Urbino durante gli anni venti del ‘500 (con una coda negli anni trenta), anche a opera di grandi pittori come Nicola di Gabriele Sbraghe. Pur nei paradossi percettivi che inevitabilmente comporta, esso rappresenta un prodotto altamente innovativo, grazie al raggiungimento di un nuovo assetto della figurazione, conseguente a modifiche strutturali dell’impianto decorativo che tengono conto sia della particolare foggia dei manufatti sia di esigenze narrative in relazione alle storie raffigurate. Le sperimentazioni operate negli istoriati ‘a due orizzonti’, coerenti con le leggi della Gestalt, offriranno verso la fine del terzo decennio suggerimenti significativi a chi, come Francesco Xanto Avelli, provvederà a una ‘riforma’ dell’istoriato a piena superficie, per arrivare a quello con micro?tema centrale nel quale si raggiunge un più congruo rapporto tra figurazione e morfologia del supporto.