“Anche io come Guglielmina sono un bambino senza padre, di Gubbio”
È stata la frase, pronunciata in un italiano affaticato, di Peter Staudacher nel suo breve intervento, uno dei momenti più toccanti della presentazione del libro “Nel segno dei padri”, la storia di riconciliazione raccontata nel romanzo di Giacomo Marinelli Andreoli (editore Marsilio) ambientata nel primo decennio del nuovo secolo ma legata all'eccidio nazista dei 40 martiri del 22 giugno 1944.
Nella sala conferenze dell'atrio di Palazzo Borromeo, sede dell'Ambasciata d'Italia alla Santa Sede, a Roma, si è ritrovata una nutrita delegazione eugubina, con rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e cittadini comuni, per una giornata di incontro dai grandi significati.
Presente la famiglia di Guglielmina Roncigli, con i figli Franca e Vittorio Vantaggi, insieme alla famiglia Staudacher.
Ad introdurre l'incontro l'Ambasciatore italiano presso la S. Sede, Daniele Mancini, alla presenza del ministro plenipotenziario dell’Ambasciata di Germania alla S.Sede, Christian Heldt e del consigliere culturale dell'ambasciata tedesca al Quirinale, Stephan Schneider. Mancini ha dato lettura di un saluto inviato dal Card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia e Presidente nazionale della CEI.
Molto applauditi nel corso della presentazione, gli interventi e le riflessioni di Giuseppe Severini presidente di Sezione del Consiglio di Stato ma anche nipote di uno dei podestà eugubini e al tempo stesso figlio di uno dei partigiani di spicco nel movimento perugino.
Toccanti anche i ricordi e le parole di Padre Federico Lombardi presidente della Fondazione Ratzinger e già portavoce di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, che ha curato una recensione del libro di Marinelli Andreoli sulle colonne de “L'Avvenire”.
Tanti i riferimenti al periodo storico ? in particolare all'agguato al Bar Nafissi con la morte di Kurt Staudacher, padre di Peter fino all'eccidio dei 40 martiri, tra i quali Vittorio Roncigli, padre di Guglielmina ? ma anche numerosi gli agganci con l'attualità. Perché il valore di questo incontro epistolare tra Guglielmina e Peter, orfani coetanei della stessa guerra, seppur su fronti opposti, “rappresenta un riferimento di umanità che ancora oggi si rende necessario in tanti angoli del pianeta ? ha dichiarato l'Ambasciatore Mancini ? E anche il nostro Paese ha bisogno di storie come questa”.
L'autore, Giacomo Marinelli Andreoli, ha ripercorso i tratti salienti del libro, nell'evolversi della storia, nel susseguirsi di accadimenti che lo hanno portato anche ad entrare in scena quando la protagonista Guglielmina Roncigli, a pochi giorni da una morte ormai annunciata, gli ha lasciato l'intero carteggio. Una vicenda che ha accomunato i due protagonisti, Guglielmina e Peter, all'insegna della condivisione, riconciliazione, solidarietà umana. Con un messaggio di grande attualità: superare i muri del rancore e della rivalsa, per trovare nella comune condivisione del dolore ma anche della riconciliazione, i motivi per guardare al futuro con speranza e desiderio di fratellanza.
“Un esempio che è anche un'eredità per i giovani e per la nuova Europa”, ha auspicato ancora l'ambasciatore Mancini, mentre Severini si è augurato che questo testo possa essere divulgato “soprattutto in Germania”. Toccante anche il ricordo personale di padre Lombardi che ha richiamato il proprio editoriale, leggendo anche un brano di una lettera di suo nonno rivolta a suo padre, che appena 17enne si accingeva ad andare in guerra nel primo conflitto mondiale. “Non gioire della guerra ma pensa che dall'altra parte della barricata ci sarà un ragazzo come te, con il tuo stesso senso di appartenenza, riceverà i tuoi stessi ordini, e sarà chiamato a cancellare la tua vita e tutti i tuoi sogni”.
In prima fila, accanto ai protagonisti, anche il sindaco di Gubbio, Filippo Stirati, il Vescovo Mario Ceccobelli, il consigliere regionale Andrea Smacchi e il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Biancarelli. Con loro, presente, anche il magistrato Marco De Paolis, pubblico ministero militare nei processi che lo Stato ha promosso nei confronti dei responsabili delle stragi naziste in Italia tra il 43 e il 45.
E tra i tanti rappresentanti del mondo culturale e sociale eugubino in sala, soprattutto Laura Tomarelli, presidente dell'associazione Famiglie 40 martiri, che ha voluto significare con la propria presenza, la volontà di rendere collettiva quella scelta operata personalmente da Guglielmina, incontrando per la prima volta gli Staudacher, a pochi giorni dal 73mo anniversario della strage.
Una serata di incontro e di riflessione che rappresenta un altro passo avanti nel cammino della consapevolezza e della solidarietà umana, per ricordare una pagina luttuosa di Gubbio e dell'Umbria ma anche per trovare le migliori motivazioni per uno sguardo al futuro.