Per iniziativa del Comitato “Col di Lana” presieduto dal sindaco Filippo Mario Stirati, in collaborazione con la Famiglia dei Santantoniari, giovedì 30 marzo alle ore 21 presso la Taverna di S. Antonio ci sarà un incontro dal titolo “Un grido immenso, i Ceri in zona di guerra, 15 maggio 1917, Col di Lana”, con i relatori Fabrizio Cece e Mauro Pierotti. Nel corso della serata verrà presentato ufficialmente il logo “Gubbio, la Grande Guerra e i Ceri sul Col di Lana”, scelto tra una selezione di disegni fatti dagli allievi del ‘Liceo Artistico G. Mazzatinti’ di Gubbio: la vincitrice è la studentessa (tra l'altro santantoniara) Giulia Pauselli. Sono in corso in tutta Italia le celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, ricordando milioni di soldati italiani morti sui vari fronti di guerra. Anche Gubbio si prepara da tempo, con varie iniziative, a celebrare il ricordo, sopratutto per quanto si verificò nel maggio del 1917, quando un gruppo di soldati eugubini decise di organizzare la ‘Festa dei Ceri’ sul fronte del Col di Lana. Un gesto quasi di follia, una botta da matti, tanto più folle perché erano lassù, dove i Ceri non esistono, non sono pensabili, sono fuori contesto. Questo rompere gli schemi, questo giocare tra le trincee, questo senso di sfida, questo compiacimento dell’irrazionale e dell’irragionevole, questo far prevalere ciò che abbiamo dentro ovunque e comunque, questo fregarsene e portare gioia dove c’era ben altro, è stato un grande gesto. Uno schiaffo agli Austriaci, uno schiaffo alla guerra, uno schiaffo alla banalità della morte al fronte, al tempo che non passa per tornare a casa e alla vittoria, un lancio verso la città amata come se potessero essere lì. Possiamo immaginare gli animi festosi, le voci, le parole, le grida le canzoni, i suoni amati di casa, la commozione, la gioia, l’esigenza di scaricare la tensione o il desiderio di tornare, tutto insieme. Ma era durante la guerra. Non era la Festa dei Ceri, era un modo di pensare la Festa, di viverla lì, era un modo di sentirsi vicini a casa,con un'altra divisa, liberi, con amici e persone care, senza pensare a come sopravvivere, ma solo a godere di loro stessi e della loro vita. Per questo pensiamo che sia necessario ricordare il centenario dedicando un ricordo a quei soldati eugubini. La cittadinanza è invitata a partecipare