Nello va ricordato per le sue passioni. Ma con queste poche righe non vogliamo raccontare la sua dedizione al ciclismo (la bicicletta) oppure parlare di quando era nel “Motoclub L. Marchetti”, ne sottolineare quelle relative alle sue idee politiche che da basi di socialismo si erano spostate verso destra (Lui era per le cose difficili «troppo facile esse' de sinistra a Gubbio!»).
Ci siamo ritrovati a parlare di Nello e, guarda caso, eravamo un po' di amici tutti Santantoniari.
Effettivamente la notizia della sua scomparsa a noi Santantoniari ci ha lasciato attoniti. Come quando pensi che Figure Ceraiole come Lui non muoiono mai. Per cui parafrasando quello che era stato scritto per il Pacio (al secolo Pietrangelo Farneti n.d.r.) la prima cosa che qualcuno ha ripetuto è «Nello non'è morto è solo gito via!».
Ricordardiamo con piacere che quando ci incontrava esclamava: «Gioventù!» anche se ormai qualcuno di noi aveva passato la quarantina se non la cinquantina. Ma il suo saluto era quello: «Gioventù!». Beh lo diceva con un po' di “cojonarella”. Mitico Nello.
È una perdita grave per il nostro Cero ma soprattutto per la sua Albina e per i figli: Alma, Marco, Dania e Viscardo e i 13 nipoti. È una perdita per chi l'ha frequentato. Perchè frequentarlo era volergli bene. È una perdita per Padule, per Gubbio e per chi ha conosciuto la sua forza, la sua accoglienza, la sua amicizia profonda.
Noi abbiamo perso un Santantoniaro di “razza”, ma anche un uomo di rara sensibilità ed umanità. Per certi versi una persona affascinante e, giustamente, amante della vita. L'abbiamo sentito ripetere qualche volta: «La vita è una sberechinata!» e l'aspetto più particolare del suo carattere è stato proprio il vivere con la giusta leggerezza in una parola “vivere alla ceraiola”.
Di aneddoti del Cero ne ricordiamo diversi forse il più eclatante è quello della “bietola” ai Sangiorgiari. Portò in giro per Gubbio cesti sani di bietola rendendo “omaggio” a Didà che alla fine la prese bene. In queste cose Nello era un fuoriclasse.
Molto vicino al Cero e alla Famiglia di cui è stato anche fondatore era sempre presente in Taverna ogni volta che ce ne è stato bisogno. È stato la nostra storia, il nostro essere Santantoniari. Con la giusta golardìa (che a Lui non è mai mancata), con il giusto spirito, quello degli anni '60 memorabili.
Così ognuno di noi oggi può sentire di aver ereditato un pezzettino della sua autentica ironia e sagace canzonatura… mai maleducata.
A tutti i suoi familiari vada un abbraccio e la consapevolezza, anche nel leggere questo piccolo omaggio, di essere orgogliosi per aver avuto un padre o un nonno come Lui. Un padre e un nonno che sapeva sorridere alla vita. Perchè “Santantoniaramente” proprio come diceva Nello alla fin fine: «La vita è una sberechinata!».

Gli Amici Santantoniari