Al Mugello il secondo posto in gara 7 vale il titolo: “Una gioia indescrivibile”.

(Fonte Infopress) − “Era ora”. Uno striscione riposto in un cassetto per tanto, troppo tempo. Perché l’ora di Lorenzo Cipiciani sarebbe dovuta scoccare già da qualche anno a questa parte, ma è arrivata in un pomeriggio di inizio autunno al Mugello dove il cuore ha battuto all’impazzata e dove il polso, quello che regola la leva dell’acceleratore, non è stato da meno. “All’ultima curva dell’Arrabbiata” ho chiuso gli occhi e sono entrato come se non ci fosse un domani”. Non poteva attendere oltre il centauro eugubino, che col sorpasso ai danni di Mauro Carzaniga, rivale diretto per la lotta al titolo nel Bridgestone Champions Challenge, ha completato un piccolo capolavoro, andandosi a prendere la seconda piazza di giornata ma soprattutto la prima nell’assoluto.
SORPASSO DECISIVO Cipiciani ha sfruttato appieno l’assenza dell’ex leader Micheal Canducci, impegnato a Magny Cours nel campionato SuperSport e costretto così a rinunciare all’ultima gara del Bridgestone. Aveva comunque grosse chance di vincere il titolo, perché solo Cipiciani e Carzaniga giungendo nei primi due posti lo avrebbero potuto scalzare. C’è riuscito Lorenzo al termine di una gara da cardiopalma, decisa nelle battute finali dopo un incredibile altalena di sorpassi e controsorpassi. Scattato dalla terza casella della griglia, Cipiciani è stato comunque in bagarre per tutta la gara con Carzaniga e Leotta mentre Tonucci, sostituto di Canducci (del quale ha ereditato anche la moto, un mezzo oggettivamente superiore rispetto alla media: se ne è avuta la riprova anche al Mugello), ha fatto gara a sé salvo perdere qualche colpo nel finale. “Non c’è stato molto da riflettere, solo da aprire il gas e cercare di non commettere errori − ha commentato Lollo − e a un certo punto, quando sono scivolato in quarta posizione, c’è stato soprattutto da mantenere i nervi saldi e non demordere. Alla fine con Carzaniga ce la siamo giocata sul filo del rasoio e quel sorpasso all’ultimo giro mi ha permesso di stare davanti sino al traguardo”. Carzaniga ha finito addirittura fuori dal podio, beffato anche da Leotta. Ma un terzo posto non sarebbe comunque bastato all’esperto pilota già campione del Bridgestone nel 2014 per riuscire a rintuzzare l’attacco del pilota eugubino. La classifica finale recita così: Cipiciani 605 punti, Canducci 600, Carzaniga 550, Leotta 440.
GIOIA INDESCRIVIBILE “Sicuramente l’assenza di Canducci è stata determinante, perché se ci fosse stato avrebbe probabilmente vinto il titolo al posto mio, a meno che non fosse arrivato al traguardo. Mi ritengo fortunato, ma credo che nella vita si debba anche essere coriacei e volenterosi. Insomma, a me nessuno a mai regalato niente e sapevo durante il week−end di avere tutto da perdere, perché anche se Carzaniga era davanti a me in classifica (ma ha dovuto poi scartare il peggior punteggio delle 7 gare, cioè un altro quarto posto ottenuto nella precedente gara a Misano, del valore di 65 punti) in questa stagione avevo dimostrato di avere qualcosa in più. Alla fine c’è stato da soffrire e questa gara non me la dimenticherò mai per nulla al mondo. Questo titolo è un premio che ripaga annui di sacrifici fatti dalla mia famiglia, dai miei amici che mi hanno sempre sostenuto e seguito, da tutti coloro che hanno speso il loro tempo per incitarmi o sostenermi. Un grazie di cuore lo devo al team che è stato fantastico, con Fabrizio Franchini e Diego Giugovaz determinanti anche in questa due giorni al Mugello. Adesso devo ancora realizzare cosa ho fatto, ma è davvero un’enorme soddisfazione”. La sorella Cristina, alla faccia della scaramanzia, s’era presentata al paddock in gran segreto con una maglia celebrativa che a fine gara è stata sfoggiata da tutta la carovana eugubina. “È tutto bellissimo, come nei sogni. A inizio stagione non sapevo nemmeno se avrei potuto partecipare al campionato, invece ho fatto tutte e 7 le gare e sono persino riuscito a vincere. È un’emozione indescrivibile, ma ripeto, è anche il premio a tanti anni di sacrifici e sogni spesso infranti. Sapevo che ne era valsa sempre la pena, adesso però lo so ancora meglio”.