Matilde di Canossa, donna forte e abile mente politica oppure donna sofferente trasportata da eventi spiacevoli? È stato questo l’argomento sul quale si sono dialetticamente affrontati i medievisti Paolo Golinelli e Glauco Cantarella; durante la terza giornata del Festival del Medioevo, a Gubbio.

Golinelli ha parlato della marchesa Matilde come di una donna che ha ben saputo destreggiarsi nella “lotta per le investiture” tra papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV, schierandosi con il primo nonostante fosse una feudataria del secondo. Celebre è l’episodio dell’“umiliazione di Canossa”, quando Enrico rimase tre giorni in ginocchio sulla neve fuori del castello di Matilde per ottenere, tramite la sua intercessione, il perdono del papa e la rimozione della scomunica.

Golinelli ha sottolineato come Matilde ebbe grandi capacità da leader quali l’attenzione alla comunicazione, coniò ad esempio un proprio “logo” come facevano i sovrani, un’attenzione particolare per i poveri e i deboli, fece infatti liberare i propri schiavi al momento della sua morte, l’essere sostenitrice della dignità della donna e della sua parità con l’uomo.

Glauco Cantarella ha invece cercato di riflettere come intorno al personaggio di Matilde, al di là della verità storiografica che mostra un’indubbia abilità diplomatica, siano nate molte leggende nel corso dei secoli che la presentavano come un modello mitizzato di donna forte di stampo femminista, forse lontano dai fatti. Leggende e miti che tutt’oggi vengono portate avanti tramite il Web.

Cantarella ha letto alcuni stralci tratti da siti Internet contenenti imprecisioni, se non invenzioni complete, sulla storia di questa donna, per mettere in guardia il pubblico contro “l’enorme sciocchezzaio” che si trova sulla rete e anche per spronare una presa di coscienza del mondo culturale su questo problema perché «le persone oggi, con buona pace del diritto d’autore, formano la propria cultura con questo mezzo invece che sui libri».

Rileggendo la vita di Matilde, Cantarella ha voluto suggerire che forse fu una donna messa in mezzo a vicende politiche nelle quali non aveva interesse a partecipare e che le avrebbero poi prodotto delle difficoltà e delle sofferenze; una donna che visse nel dolore di non riuscire ad avere un figlio che potesse dare seguito alla sua casata, insomma «una signora che dobbiamo trattare con rispetto».