Franco Cardini e Alessandro Barbero sono stati protagonisti di quella che potrebbe essere definita una puntata dal vivo de “Il Tempo e la Storia”, ieri a Gubbio durante la prima giornata del Festival del Medioevo. A condurre il dialogo tra i due storici medievisti è stato il conduttore del programma di Rai Storia Massimo Bernardini che ha raccontato la nascita di questa esperienza televisiva molto apprezzata nel mondo culturale.
«Il giornalista ? ha detto Bernardini, parlando del suo lavoro a fianco di professori e studiosi ? non è chi sa ma chi è curioso». Un tema centrale della discussione è stato quello della rappresentazione del Medioevo che è entrata nell’immaginario collettivo come periodo buio e crudele, anche grazie a una vastissima produzione letteraria, cinematografica e televisiva di questo genere. Alessandro Barbero, riprendendo la posizione espressa da Cardini in mattinata, ha affermato che «il Medioevo non esiste, è una convenzione storica» e che «in un periodo così lungo non si possono individuare caratteristiche comuni». Bisogna perciò prendere atto che «esistono due Medioevo: uno reale e uno luogo del nostro immaginario». Barbero ha raccontato anche come da giovane abbia cercato di combattere questa rappresentazione mentre ora ritiene che «bisogna accettare che non potrà mai essere cancellata». Il dibattito si è poi spostato sulla religiosità del uomo medievale, sulla fede e sul dubbio, per finire su una riflessione sul valore dei segni nella ricostruzione storica. Franco Cardini, con la consueta ironia, ha ironizzato sugli «esoterici che vanno nelle chiese alla ricerca di un minimo segno sulla pietra» ma poiché «siamo immersi nei segni» ha invitato i presenti a mettersi alla ricerca e all’interpretazione di quello che ci circonda, perché «il mondo del sapere è uno scrigno inesauribile». È intervenuto nel confronto anche Giuseppe Giannotti, vicedirettore di Rai Storia, che ha ricordato l’impegno della sua rete in un progetto di divulgazione culturale seria ma accessibile a tutti, con la convinzione che «la storia è la chiave di volta per capire il presente». Nel pomeriggio ci sono stati molti altri incontri come quello sulla democrazia nei Comuni medievali, tema molto controverso tra gli storici, con Jean Claude Maire Vigueur e Alberto Luongo, o il ricordo di Jacques Le Goff, attraverso la voce dell’editore Giuseppe Laterza che ha raccontato il loro lungo sodalizio intellettuale e professionale, o ancora quello sul gusto artistico veneziano con il giornalista e storico dell’arte Mimmo Coletti.
(a cura di Alessandro Leonardi)
Tutte le informazioni e i programmi si possono trovare nel sito dedicato all’evento: www.festivaldelmedioevo.it Per scaricare i testi della cartella stampa del Festival: www.agenziapressnews.it/download/150922festivaldelmedioevo.zip Per visionare e scaricare immagini fotografiche (utilizzo libero): www.flickr.com/photos/pressnews/albums/72157658330518166