Da stamattina e fino a domenica 4 ottobre, Gubbio diventa la “capitale” del Medioevo italiano e internazionale. Nella Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio si è aperta infatti la prima edizione del Festival del Medioevo.
Il sindaco della città umbra, Filippo Mario Stirati, si è detto estremamente soddisfatto di questo evento per il suo spessore culturale e si è impegnato a renderlo un appuntamento fisso nel calendario annuale della città. Il Sindaco ha poi rivendicato la scelta compiuta di recuperare i cartelli, posti anni fa alle porte del centro abitato, che indicano Gubbio come “la più bella città medioevale”.
A dargli manforte è stata il sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo, Ilaria Borletti Buitoni, che − portando la vicinanza del Governo agli organizzatori della manifestazione − si è detta concorde con la definizione su Gubbio, auspicando che la città diventi nel prossimo futuro il cuore della riflessione culturale su questo tema, “piccola grande capitale del Medioevo”.
La platea molto affollata anche di giovani e studenti − ai quali il promotore Federico Fioravanti ha detto di voler idealmente dedicare il Festival − ha poi avuto il piacere di ascoltare una lectio magistralis dello storico Franco Cardini, che ha incantato l’uditorio con una riflessione sul significato del Medioevo e i suoi rapporti con il mondo contemporaneo.
«Il Medioevo non esiste!», ha affermato il celebre medievista italiano. «Come non esistono − ha aggiunto − e non sono concrete, la libertà, la democrazia… ma senza queste noi non saremmo niente».
Nel suo discorso ha poi affrontato la questione dello scontro−incontro tra la scienza medievistica rigorosa e il gusto del medievalismo che oggi affascina tante persone, invitando a uscire dalla logica dell’esclusione, dell’aut−aut, su tutto ciò che riguarda la ricchezza e la bellezza dell’Uomo, e di abbracciare invece quella dell’inclusione e della coesistenza. Ha concluso il suo applaudito intervento invitando tutti i presenti a «imparare divertendosi e anche a divertirsi imparando».
Stefano Del Lungo e Ermanno Arslan hanno concluso la mattinata con un focus sulle invasioni barbariche e in particolare sulla monetazione longobarda, il cui studio permette di scoprire molte informazioni sui rapporti politici, economici e sociali di queste popolazioni.
(a cura di Alessandro Leonardi)