Sabato 14 marzo, su invito del Cardinale Ennio Antonelli, in occasione della Quaresima 2015, i Cori del Cristo Morto e della Madonna Addolorata della Confraternita di Santa Croce della Foce di Gubbio saranno presenti, a Roma, presso alcune Basiliche del Centro Storico, sostando in ciascuna di esse e proponendo, a fedeli e turisti presenti, le note del Miserere.
I Cori della Confraternita eugubina visiteranno, dapprima, nel pomeriggio, alle ore 17.30, la Basilica di Sant’Andrea della Valle, retta dai Padri Teatini, a pochi passi da Piazza Navona e da Palazzo Madama, attuale sede del Senato della Repubblica.
A sera, alle ore 20.30, i componenti dei Cori faranno visita alla Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, nei pressi di Piazza di Spagna, conosciuta anche come Santuario Madonna del Miracolo, retta dai Padri Minimi di San Francesco di Paola e sede di Titolo Cardinalizio, oggi associato al Cardinale Ennio Antonelli.
Il Canto del Miserere sarà alternato a piccole frasi di meditazione del testo, che rimane, comunque, nel suo essere, nient'altro che il Salmo 50 (o 51, secondo la Vulgata), momento anche quotidiano della Preghiera della Chiesa Universale.
Un momento forte, proprio del tempo quaresimale.
Il Canto del Miserere, dall'eco struggente ed austero, tramandato, da sempre, oralmente, nel solco di una tradizione plurisecolare che trova le sue origini alle soglie del XIII secolo, forte richiamo al pentimento ed alla penitenza, accompagna, di anno in anno e di secolo in secolo, sul far della sera di ogni Venerdì Santo, le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata lungo le medievali vie cittadine, nel corso della Processione del Venerdì Santo di Gubbio (Perugia).
I Cori presenteranno, a Roma, quindi, non tanto un concerto, quanto un atto di devozione unico e particolare, sottolineato dalle note di un componimento antico, commovente e di alto valore simbolico, dal grande contenuto artistico:
un sublime incontro fra fede, storia ed arte.
Canto di origine popolare umbra, il Miserere sarà alternato alle note dello Stabat Mater di Iacoponica memoria.
Anche quest’ultime sono di origine umbra:
esse salderanno, così, in un unico, antico afflato, in un'unica, accorata preghiera, la due/trecentesca tradizione della lauda francescana al Miserere, lamento coevo che accompagnò, lungo le strade del Medio Evo, il cammino penitenziale dei flagellanti, di cui il “cammino” della Confraternita eugubina, mai estintasi nel tempo, è ricordo e continuazione.