Nel leggere le varie discussioni sorte negli ultimi 12 mesi a seguito della legittima richiesta di attivazione, da parte dell’ Istituto I.S.S. Cassata−Gattapone, dell’ indirizzo alberghiero a Gubbio, mi permetto di condividere alcune considerazioni.

In occasione del question time dello scorso ottobre viene risposto, in sede Regionale, che i posti di lavoro del comparto turistico− ricettivo che si svilupperanno sul comprensorio nel prossimo futuro, saranno pari a 22 giornate lavorative, aggiungendo “con profili professionali non tutti di qualità”(cit…)

Contemporaneamente, sul sito della Regione Umbria si trova un’ indagine dello stesso Osservatorio regionale sul turismo del 2007 che riporta come gli addetti delle imprese turistiche nel comprensorio eugubino siano pari a 1110.

Mi si dirà che è un dato “precrisi”, ma andando ad analizzare i dati emergono numeri interessanti.

Sulla stessa indagine, infatti, si legge che nel periodo preso in considerazione gli esercizi ricettivi del comprensorio eugubino erano 267, mentre al 31 dicembre 2013 le unità erano salite a 311, con un numero di esercizi alberghieri a 4 stelle superiore a Città di Castello e Spoleto ( dove già insistono da anni istituti professionali)

Allora perché a Gubbio eventuali posti di lavoro non sarebbero di qualità ?

Ad oggi noi imprese del territorio, al fine di occupare addetti provenienti dagli istituti alberghieri , siamo costrette a rivolgerci a professionisti che risiedono in altri comuni, con l’onere aggiuntivo di fornire loro alloggio. Perché le imprese eugubine devono avere questo costo in più ?

L’hotellerie italiana e la sua cultura enogastronomica fanno scuola in tutto il mondo.

I profili professionali formatisi in Italia sono molto richiesti a livello internazionale.
Ciò mi porta ad un’ ulteriore riflessione.

Al di là dei singoli dati relativi all’ occupabilità sul territorio, l' alberghiero crea professionalità spendibilissime sia in tutta Italia che all’ estero.
Sono decine gli eugubini che negli anni, dopo aver frequentato l’istituto alberghiero, si sono realizzati nel settore grazie alle competenze acquisite, perché privare i nostri ragazzi di questa opportunità ?

Allora chi dovrà decidere se attivare o meno l' alberghiero si chieda se vuole ulteriormente danneggiare le imprese del territorio e limitare il futuro dei giovani di questo comprensorio già duramente provato. Cinzia Rosati