L’attuale Sindaco del Comune di Gubbio, pur rilevando l’estraneità della presente Amministrazione rispetto ai fatti oggetto di un esposto alla Procura della Corte dei Conti da parte del consigliere comunale di Gubbio Avv. Gagliardi in materia di salario accessorio del personale dipendente dell’Ente, intende precisare alcuni aspetti.
In primo luogo, le notizie apparse sulla stampa, a seguito dell’esposto e dei comunicati dell’Avv. Gagliardi, secondo cui le deliberazioni di Giunta comunale che hanno approvato la costituzione del Fondo salario accessorio per gli anni 2005−2009 sarebbero prive delle relazioni dei responsabili del Servizio Personale dell’epoca, non sono veritiere. Per quanto risulta agli atti d’ufficio, le deliberazioni in oggetto risultano corredate delle relazioni di costituzione dei Fondi per il salario accessorio dei dipendenti. L’iniziale trasmissione all’Avv. Gagliardi delle deliberazioni senza i relativi allegati è avvenuta a causa della difficoltà a reperire taluni documenti, tenuto anche conto che gli atti relativi a quegli anni sono stati oggetto di perquisizioni e, in taluni casi, anche di sequestri da parte dell’autorità giudiziaria. Infatti, dopo ulteriori ricerche che hanno consentito di rintracciare i documenti mancanti, gli uffici hanno immediatamente provveduto ad integrare la trasmissione al consigliere Gagliardi di quanto mancante. Si rileva, inoltre, che anche negli anni 2005 − 2009 il Comune di Gubbio era provvisto del Contratto Collettivo Integrativo Decentrato (stipulato ed in vigore dal maggio 2005, poi successivamente riapprovato nel 2013), contenente i necessari criteri per l’erogazione delle varie forme di salario accessorio ai dipendenti comunali. Tale contratto, allora come oggi, rappresenta la base giuridica per l’erogazione delle premialità e questo dato conoscitivo dovrebbe rientrare nella consapevolezza di chiunque operi all’interno della vita delle istituzioni. Per quello che ci riguarda, noi vogliamo perseguire la linea della trasparenza, della regolarità degli atti, della correttezza amministrativa. Non accettiamo, tuttavia, strumentali polveroni che possano gettare un indiscriminato discredito sul nostro ente, attirando con fittizie argomentazioni l’attenzione della Corte dei Conti.