Dopo l'ultimo libro di Piero Ottone, Novanta, un altro saggio− autobiografia discute e fa discutere sul trapasso del giornalismo tradizionale, soprattutto quello della carta stampata, nel giornalismo elettronico dell'era informatca.
Il titolo è commemorativo: C'era una volta l'inviato speciale, sottotitolo Memorie e rimpianti di un giornalismo che fu (editore Il Cerchio, 230 pagine, 19 euro). L'autore e Franco baldo Chiocci, mezzo secolo di vita professionale vissuta in giro per il mondo come reporter e testimone di ogni tipo di eventi, prima per Il Tempo di Angiolillo e Letta, poi per l'Europeo e Il Giornale di Feltri.
Ricordi, annotazioni, rivelazioni, scoperte, episodi sconosciuti o minimizzti, alcuni die quali clamorosi come i retroscena delle persecuzioni a Padre Pio, le bugie mediatiche sulla fame in India, il doppio Scalfaro del caso Moro, l”'altra” Oriana Fallaci, la morte di Bobby Sands e l'Ira che voleva accordarsi col Vaticano, il mancato “rapimento” di Emanuele Filibero di Savoia, le confidenze del frate che confessò Mussolini prima che lo catturassero, la vita rischiata al fronte con i pasdaran di Khomeini nelle famigerata carceri di Evin, il salvataggio in mare dei boat people 's sudvientamiti.
Il tutto per condividere il suo amico Mimmi Candito, presidente dei Repoorter senza Fronriere, che, al ritorno dalla guerra dell'Iraq, si accorse che gli ascoltatori delle sue conferenze ne sapevano più di lui perché la guerra l'avevano seguita in diretta tv. “E allora− si compianse− compresi che era cominciato il Dopo Cristo della informazione”.
I libro è stato già presentato con successo a Roma da Pietrangelo Buttafuoco, dal presidente dell'Ordine nazionale del Giornalisti Enzo Jacopino, dalll'ex inviato di punta del Corriere della Sera BrunoTucci e dai direttori del Messaggero Virman Cusenza e de Il Tempo Gian Marco Chiocci, figlio dell'autore.
Per la presentazione a Gubbio, fissata per il 19 settembre prossimo, organizzata dalla libreria Fotolibri e coordinata dal direttore di Trg Giacomo Marinelli Andreoli, oltre a Marta Meli, giornalista eugubina di Sky Tg 24 e a Gian Marco Chiocci, attuale direttore de Il Tempo, interverrà a sorpresa anche Gianni Letta, suo predecessore alla guida del quotidiano romano. Praticamente, un inaspettato evento politico−editoriale, considerato il notorio riserbo che l'autorevole plenipotenzirio dei governi Berlusconi, un giornalista prestato alle istituzioni come si definisce, ha sino ad ora sempre mantenuto in occasioni pubbliche. “Ma per un amico che è stato anche mio redattore si fa questo ed altro … “, ha detto.