La solenne celebrazione di ieri in Cattedrale ha chiuso a Gubbio l’Assemblea diocesana, che si è svolta da mercoledì 17 a venerdì 19 presso l’hotel “Beniamino Ubaldi” di via Perugina.
Un ciclo di incontri che ha seguito il tema “Lampada per i miei passi è la tua parola”, tratto dal Salmo 118. Ed è stata proprio la Bibbia il filo conduttore delle tre giornate di studio e di dialogo con i relatori.
Ecco il testo integrale dell’omelia del vescovo, mons. Mario Ceccobelli, pronunciata ieri pomeriggio nel corso della concelebrazione eucaristica per la solennità della Dedicazione della Chiesa Cattedrale.
Carissimi, come tutti gli anni celebriamo, nella domenica più vicina al 22 settembre, la festa della nostra Cattedrale, la sala bella della comunità diocesana.
I nostri padri l’hanno edificata in alto, più in alto del palazzo dei Consoli, quasi a dichiarare che era il luogo più importante, più caro alla comunità eugubina. Era ed è la Cattedra da cui annuncia il Vangelo il vescovo, successore degli Apostoli anche se per gli eugubini è il successore di sant’Ubaldo: anche Lui, il Patrono, collocato in alto per vigilare sull’intera comunità diocesana.
La sua ordinazione presbiterale risale, secondo lo storico Pio Cenci, al 1114, proprio nove secoli fa. Questo anniversario, caro a me come a tutti i devoti del santo vescovo, merita di essere ricordato con iniziative rivolte a tutti i fedeli della diocesi per rinnovare in loro la consapevolezza dell’opera preziosa che svolgono i sacerdoti nell’esercizio del loro ministero, ma rivolte anche ai presbiteri perché in loro si ravvivi la coscienza della grandezza del dono ricevuto con la chiamata a diventare preti, annunciatori del Vangelo al servizio della comunità.
Da soli due giorni si è conclusa l’Assemblea Diocesana, dove abbiamo cercato di imparare come annunciare oggi, nella nostra diocesi, la Parola di Dio.
Due sono le riflessioni che desidero condividere con voi.
La prima riguarda la missione della Chiesa diocesana, la sua identità e i suoi compiti, sia in senso generale che particolare, con riferimento agli obbiettivi da raggiungere nel nuovo anno pastorale.
Esorto i parroci, le comunità parrocchiali, i religiosi, le religiose, i movimenti e le aggregazioni sociali a leggere, meditare e studiare l’esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”. È questo il documento da cui trarre ispirazione per le attività pastorali.
Cito un passaggio dell’Esortazione: «…desidero ora ricordare il compito che ci preme in qualunque epoca e luogo, perché “non vi può essere vera evangelizzazione senza l’esplicita proclamazione che Gesù è il Signore”, e senza che vi sia un “primato della proclamazione di Gesù Cristo in ogni attività di evangelizzazione”» (EG n.110).
La Chiesa, cioè la comunità dei battezzati, ha come compito primario quello di annunciare Gesù, morto e risorto per la salvezza dell’intera umanità. Ogni attività dei parroci, come ogni attività dei ministri laici, deve annunciare Gesù, la sua parola e la sua Pasqua.
Scrive ancora papa Francesco: «In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr. Mt 28,19). Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni. La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati. Questa convinzione si trasforma in un appello diretto ad ogni cristiano, perché nessuno rinunci al proprio impegno di evangelizzazione, dal momento che, se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo, non può attendere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istruzioni. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli−missionari”» (EG n.120).
Dopo aver completato la Visita Pastorale e avendo in animo di ristrutturare la Curia diocesana e le zone pastorali, che saranno oggetto della Lettera pastorale di questo anno, vi anticipo gli obbiettivi da raggiungere.
Quattro saranno i momenti forti che la Chiesa diocesana (cioè l’insieme di tutte le comunità parrocchiali) è invitata a vivere:
1) La Festa dei giovani nella Domenica delle Palme il 29 marzo 2015, in comunione con tutti i giovani delle diocesi italiane. Per la nostra diocesi sarà la prima Festa dei giovani.
2) Il Convegno diocesano dei Catechisti stabilito per domenica 14 aprile 2015.
3) L’Assemblea diocesana fissata per mercoledì 10, giovedì 11 e venerdì 12 giugno.
4) La Festa della famiglia, da programmare. Anche questa è la prima festa dedicata alla famiglia che dovrà coinvolgere tutta la diocesi per celebrare la cellula più preziosa della comunità, non solo cristiana ma anche civile.
Questi invece gli obbiettivi da raggiungere, entro questo anno pastorale, per tutte le parrocchie della diocesi:
? In ogni comunità parrocchiale sia attivo il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici. Quest’ultimo presenterà entro il mese di aprile il bilancio economico della parrocchia.
? In ogni parrocchia sia presente il Gruppo liturgico che, guidato dal parroco, attivi la Lectio Divina settimanale sulle letture della liturgia domenicale.
La seconda riflessione riguarda il messaggio che il Signore c’invia con la sua Parola ora proclamata.
Nella seconda lettura Pietro ricorda la nostra identità, chi siamo noi che ci raccogliamo ogni domenica intorno alla Parola e all’Eucaristia.
Siamo pietre vive di un edificio spirituale di cui Cristo è la pietra d’angolo, il fondamento su cui questo viene costruito. Pietre vive e cementate con la carità di Cristo che ci lega a Lui e tra di noi. Per non cadere l’edificio deve rimanere sempre unito dalla carità, dall’amore che è stato riversato dallo Spirito nei nostri cuori.
È impegno di tutti conservare la corrente, il flusso di amore che unisce tutti i fratelli. Solo così legati potremo diventare anche noi, come la comunità di Pietro, stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa.
Questa sera il Risorto, che è sempre in mezzo a noi quando ci riuniamo, ci dà un grande segno di speranza: Francesco e Andrea riceveranno il ministero dell’Accolitato, saliranno un altro gradino verso il sacerdozio. Vi prego di accompagnarli, insieme agli altri seminaristi, con la vostra preghiera.
Ai santi Mariano e Giacomo, titolari di questa Cattedrale, consegno i desideri di bene del mio cuore di pastore e quelli di ciascuno di voi perché, insieme a Ubaldo e Francesco e ai Santi delle nostre comunità parrocchiali, li presentino al datore di ogni dono affinché li benedica e li porti a compimento.