Dallo scorso 2 agosto al prossimo 14 settembre 2014 il Convento di San Francesco in Piazza 40 Martiri ospita “Un libro per l’estate” , rassegna voluta e organizzata dalla libreria indipendente eugubina Fotolibri, da poco entrata nel mondo dell’editoria con l'acronimo EFG (Edizioni Fotolibri Gubbio). Proprio dalla prima perla della collana “Fotografia” prende il titolo la mostra fotografica che da sabato prossimo, 9.agosto 2014 (inaugurazione ore 16,30), contribuirà ad arricchire la già considerevole offerta di libri e di prodotti artigianali, presentazioni, incontri e concerti della manifestazione sino alla sua chiusura.
Pensata insieme all'omonimo libro nell’ambito dell’8ª “Giornata per la custodia del creato” del settembre 2013, “L’Universo nel mio giardino” di Mario Pierotti ne esibirà alcune tavole con altre inedite e ad altre ancora prodotte in occasione di “Macro. Sensazione colore forma”, la prima mostra personale del fotografo eugubino svoltasi l'ottobre scorso presso la Galleria Della Porta di Corso Garibaldi a Gubbio. Un'iniziativa che, lungi dall'accostare eventi ed immagini inconciliabili, affida alla tecnica e all’arte della macrofotografia naturalistica il compito di dimostrare che anche in un frammento del mondo a noi più prossimo e familiare sia possibile trovare una scuola di sapienza ambientale , e perciò di custodia del mondo della nostra esperienza.
Piccolo e grande, locale e globale, scienza e arte, cultura e natura, materiale e spirituale si danno la mano in queste immagini debitrici della grande cultura figurativa seicentesca olandese oltre che italiana. Esse rinnovano in noi lo stupore provato dal coltissimo compositore, poeta e diplomatico olandese olandese più che italiana. Constantijn Huygens di fronte al “Nuovo Mondo” rivelatogli dai primi microscopi disegnati dal connazionale Cornelius Drebbel: “Nulla ci spinge a onorare meglio l’infinita sapienza e potenza di Dio Creatore che l’essere introdotti, sazi ormai dei miracoli di natura (giacché il nostro stupore si raffredda quanto più frequentiamo la natura e ci familiarizziamo con essa), in questa seconda camera del tesoro, così da incontrare, nelle creature più minuscole e disprezzate, la stessa industre operosità del Grande Artefice, la stessa invariabile e ineffabile maestà”.