Indiscrezioni e qualche confidenza carpita sul territorio hanno indotto i Carabinieri della Compagnia di Gubbio a porre l’attenzione su un sessantacinquenne − V.S. − residente nell’area dell’eugubino − gualdese.
Tale persona, con lontani trascorsi nella Forze di Polizia e da tempo in pensione per invalidità civile, veniva indicata come possibile autore di abusi sessuali su minori degli anni 14.
Non è stato facile ricostruire le abitudini di vita, le frequentazioni e quanto necessario per capire se tali “voci” fossero o meno fondate, ma alla fine il quadro che ne è uscito, purtroppo, non solo ha confermato quanto si mormorava, ma ha superato i sospetti.
L’uomo, approfittando dello stato di bisogno di una famiglia da poco trasferitasi nei pressi della sua abitazione, in cambio di piccoli regali e qualche spicciolo, costringeva bambini di un’età compresa tra i 9 e i 13 anni, fratelli, di ambo i sessi, a vedere film pornografici e a subire abusi sessuali. Il tutto, come nelle più torbide storie che non vorremmo mai sentire, avveniva in seminterrato buio e pieno di oggetti che l’uomo amava collezionare, lontano dagli occhi e dal controllo dei famigliari.
La ricostruzione puntuale di quanto fino a poco prima ipotizzato è stata possibile grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video dalle quale sono emerse responsabilità concrete in ordine al reato per cui si procede (art. 609 quater). Le immagini registrate all’interno del “magazzino” ove avvenivano tali abusi e le conversazioni captate hanno permesso di delineare un quadro chiaro e allo stesso tempo torbido: linguaggio scurrile e abitualità nel compiere determinati gesti indicano la convinzione che tali illecite attività si protraessero già da tempo, almeno da diversi mesi.
Le manette per il responsabile di tale gesto sono scattate qualche tempo fa.
I militari stavano monitorando le telecamere e contemporaneamente sorvegliavano l’abitazione del sospettato quando, avuta la certezza che l’uomo aveva iniziato a compiere abusi sessuali nei confronti di uno dei tre bambini, il piccolo di nove anni per l’esattezza, sono intervenuto entrando nel luogo del delitto, interrompendo l’azione criminosa, mettendo al sicuro il bimbo, arrestando il responsabile e sequestrando il locale.
L’attività investigativa non si è comunque interrotta poiché forti indizi indirizzano gli inquirenti a scavare nella vita del reo, nelle sue frequentazioni e soprattutto nel giro dei suoi amici più stretti che, molto probabilmente, potrebbero essersi macchiati degli stessi gravissimi reati, condividendo con lui, all’interno dello stesso luogo del delitto, atti contro minori indifesi.
E’ per questo motivo che si stanno passando al setaccio, veicoli, persone ed ogni piccolo dettaglio che possa avere un qualche collegamento con l’arrestato.
Gli elementi già raccolti e quelli che nelle ultime ore stanno emergendo, fanno tendere a nuovi ed importanti sviluppi.
Ad aver condiviso tali perverse passioni con l’uomo potrebbero essere stati soggetti residenti nei comuni limitrofi, anche fuori regione, i quali, garantendosi l’anonimato per il fatto di non essere riconosciuti, potevano frequentare tranquillamente la casa, senza suscitare particolari sospetti.
Nei confronti delle vittime c’è stato e c’è il massimo supporto da parte di tutte le istituzioni. È stato avviato infatti un programma di supporto psicologico per valutare eventuali disagi psichici causati dagli abusi subiti.
A coordinare le indagini il Sostituto Procuratore Valentina Manuali e a convalidare l’arresto è stato il G.I.P. dott. Claudiani.