A stagione conclusa ci sembra opportuno e necessario esprimere alcune considerazioni:
Questa Società ha sempre privilegiato la massima partecipazione di chiunque avesse avuto a cuore le sorti dei colori rossoblù.
Questa Società ha sempre cercato la collaborazione di persone di buona volontà, disposti a sedersi intorno a un tavolo, disponibili a creare sinergie di intenti, di volontà, di professionalità, di passione.
In otto stagioni si sono fatte cose buone, cose ottime, ma anche cose meno buone.
Questa Società ha vinto due campionati, ha sfiorato altri successi, ha conquistato salvezze sofferte e difficili, ma ha anche subito una retrocessione.
Questa Società è stata capace di esaltare allenatori e giocatori, lanciandoli nel mondo del calcio che conta, così come è stata spinta da giocatori e tecnici, al contempo, nello stesso calcio che conta.
Vincenzo Torrente è un esempio: arrivato a Gubbio con esperienze di panchina nel settore giovanile, si è cucito due primati sulla sua giovane carriera raggiungendo un grande club di serie B.
Un esempio per tutti: Juanito Gomez, scartato da tutti, a Gubbio è risorto, si è rigenerato ed ora lo ammiriamo perché gioca in serie A.
Ma questa Società è stata capace anche di tanti esoneri, il cui elenco ora sarebbe esercizio stucchevole e infruttuoso.
Tutti noi sappiamo bene come sono andate le cose. Probabilmente rifarebbe anche le scelte fatte, dato per scontato che quello che si è fatto lo si è fatto solo ed unicamente per il bene del Gubbio.
Oggi, riguardando dietro le spalle, questa Società ammette che sono stati fatti errori, anche gravi, ma non cerca alibi, scuse e giustificazioni di sorta, forte dell’onestà che ha sempre caratterizzato l’ impegno in seno al Gubbio.
Se qualche scelta impopolare è stata fatta ciò è accaduto perché in quel momento probabilmente era la cosa più giusta da fare.
Questa Società ha dovuto combattere mille battaglie, con impegni finanziari anche notevoli per una realtà come quella eugubina, anche da parte di chi non ha avuto rimpianti nel coinvolgere anche le proprie aziende.
Questa Società ha spesso seguito il cuore piuttosto che agire con freddo ragionamento, ma nonostante fosse messa sovente a dura prova, ha sempre trovato la forza di reagire, di rimboccarsi le maniche e di ripartire.
Oggi, dopo otto anni, affiora della stanchezza di qualcuno, fisica per le battaglie combattute, mentale perché ci si accorge che il mondo intorno a noi è cambiato.
Questa Società è stata fischiata, offesa, verbalmente aggredita, ma è andata avanti lo stesso, solo e soprattutto per il bene del Gubbio.
Se si vuol tracciare un bilancio i numeri ci consolano. Dalla C2 in cui eravamo questa struttura ha vinto due campionati, ha militato un anno in serie B, è ritornata in Prima Divisione.
Una categoria, bisogna ricordarlo bene, che quando militavamo in C2 sembrava un sogno. Ora che ce l’abbiamo sembra cosa da niente o da poco, sembra un giocattolo vecchio che non ci piace più.
Eppure basterebbe pensare che il prossimo anno, in questa serie C che adesso fa storcere la bocca quasi fosse un piatto freddo o poco riscaldato, giocheranno, insieme a noi, squadre importanti, squadre di capoluoghi di provincia o di regione, squadre con una storia alle spalle forse anche migliore della nostra.
Si percepisce solo malcontento, musi lunghi nella migliore delle ipotesi, cattiveria, malignità, minacce e offese nella maggior parte delle situazioni.
Allora, forse, è questa Società che non piace più, e non la categoria.
Gli adempimenti federali sono stati integralmente rispettati.
La stagione, da qui al 30 Giugno, ha le risorse necessarie per concludere il proprio percorso stagionale.
Questa Società , con Marco Fioriti in testa, può anche lasciare.
Questa Società può riconsegnare la chiave al sindaco o a qualcun altro al suo posto.
Se è questo quello che si aspettano, o che sperano i tifosi eugubini, questo verrà attuato.
Forse il problema è che all’orizzonte non appaiono né investitori, né seri compratori, ma i soliti: i Consiglieri Mencarelli, Notari, Barbetti e pochi altri amici.
Ma non ci sembra assolutamente corretto, lasciare a ……nessuno, perché è da vigliacchi abbandonare il vascello quando il mare fa paura e può affondarti.
Se questa Società fosse certa che lasciando il palcoscenico il Gubbio tornasse in serie B, abbandonerebbe di corsa!!
Si rende necessaria, quindi, una profonda riflessione.
Ognuno, nel calcio, come nella vita, ha la fortuna, o la sfortuna, di avere due popoli: ma nessuno di noi ha intenzione di tradire gli altri, quei pochi, o quei tanti, per i quali questa Società è stimata e per i quali è stato un onore combattere per portare il nostro Gubbio dove negli ultimi tempi non era mai arrivati.