Il mattatoio anzi, l'ex mattatoio, versa in una situazione inaccettabile, insostenibile. Una situazione non degna di una Città civile. Non è questione di mancanza di fondi e di risorse è una questione di mancanza di amor proprio e di amore e tutela per i beni della nostra Città. E' una situazione al limite dello scandaloso se per scandalo si intende degrado e trascuratezza. Cosa si aspetta ad intervenire: un crollo? Un'ulteriore crescita di piante non certamente ornamentali? Aspettiamo che diventi una “rogara” o un “serparo” ad una passo da una delle porte delle mura della Città di un quartiere già vessato, tartassato e oppresso come quello di San Pietro, tra parcheggi e piazze in stato di abbandono? I muri di cinta dell'ex mattatoio iniziano ad essere infestati da arbusti e piante di ogni genere malefico e chiaramente antiestetico; dal mattatoio alla giungla può essere la destinazione di questo complesso architettonico di tutto rispetto, che potrebbe essere messo in mano ad un architetto qualificato per ridargli la giusta collocazione o la meritata rivalutazione. Un monumento della nostra Città come indicato anche nella pubblicazione di Paolo Micalizzi “Gubbio storia dell'architettura e della Città (ed. 2209) con la costruzione del nuovo immobile per i contratti di appalto (24 marzo 1889). Altrimenti cari dirigenti comunali e dunque amministratori pubblici mettetelo all'asta e mettetevi in gioco per fare qualche cosa per la nostra città. Se non si è in grado di gestire (gestione) o amministrare (amministrazione) o mantenere (manutenzione) la cosa pubblica, la soluzione resta questa. Intanto l'unica tristezza è la resa…comune.