Abbiamo appreso e letto con estremo piacere che un comitato di persone sta proponendo il nostro progetto come alternativa alla rete “salvavita” prospiciente il muretto di Piazza Grande.
Non avendo partecipato direttamente alla vicissitudini, agli incontri e tanto meno ai comitati, ci troviamo a fare delle considerazione che forse per molti di voi saranno ovvie, ma che in realtà sono state per noi spirito ed essenza del progetto; considerazioni che non possiamo non fare nel momento in cui il nostro progetto sta girando in rete senza alcuna paternità.
Partiamo dal presupposto che riteniamo il muretto di piazza Grande sicuro per 362 giorni all’anno (tranne per i 3 giorni in cui è da protagonista in Piazza della Signoria la festa dei ceri grandi, dei medi e dei piccoli) e che viceversa è da ritenere altamente pericoloso ogni qualvolta se ne fa un uso improprio come sedersi sopra.
Abbiamo sin da subito pensato che qualsiasi intervento dovesse essere il meno possibile visibilmente impattante, per non dire che non dovrebbe essere fatto nessun tipo di intervento.
Ciò nonostante sappiamo tutti che il motivo per cui si sta affrontando tale argomento è dovuto ad una serie di tristi eventi che negli anni ha funestato la città ed in particolare l’ultimo, dove ancora è fresca la memoria ed il ricordo di quando accaduto.
Partendo dall’assunto che un individuo, qualora decidesse di fare il salto per togliersi la vita, non si fermerebbe di fronte ad una eventuale rete, salterebbe pure questa; come va da se che nessuno potrebbe mai accidentalmente cadere dal muretto mentre passeggia per Piazza Grande o mentre si appoggia allo stesso muretto a braccia conserte per godere del panorama mozzafiato.
Quindi assodato che alla stato attuale il muro è sicuro, è altrettanto vero che diventa pericolosissimo e fuori da ogni norma solo nel momento in cui una qualsiasi persona decide di salirci sopra seppur soltanto per sedersi.
Partendo da questo assioma, la soluzione va da sé: non va messo in sicurezza il muro, ma l’uso improprio del medesimo, attuando un dissuasore di salita e di seduta (dato che un’ipotetica cartellonistica di divieti non sarebbe in questo caso sufficientemente esaustiva).
Queste le considerazioni che hanno portato il nostro studio (“StudioRicrea” di Roma), di cui fa parte anche l’Arch. eugubino Raoul Volpotti, a sviluppare il progetto che brevemente staremo qui a sintetizzare.
Il nostro progetto prevede la realizzazione di una “soglia attrezzata“, formalmente semplice, ma multifunzionale, con misure tali da rendere quasi impossibile la salita sul muretto.
La soglia è sagomata in modo ribassato rispetto al filo del muretto per accogliere delle fioriere con piante prostrate in modo da non interferire o limitare la bellissima vista.
Sulla soglia andranno a posizionarsi dei coni in acciaio (dissuasori) in modo da evitare la seduta.
Sempre sulla soglia abbiamo ipotizzato di posizionare dei micro panelli fotovoltaici (sempre nello spessore della soglia 2,5/3 cm) in modo da rendere il progetto ecosostenibile e creare un effetto luminoso notturno − wall/wash con un'illuminazione a LED.
Speriando di aver chiarito lo spirito che ci ha animato ad intervenire in questa “diatriba”, ci rendiamo disponibili a qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti

Arch. Maria Cristina Conestabile della Staffa
Arch. Benedetto Mascaretti
Arch. Lorenzo Isabella
Arch. Raoul Volpotti

Roma, 7 maggio 2014