Abbiamo ricevuto da Confcommercio le proposte ai candidati sindaco, molto dettagliate e consistenti, per cui, a causa di problemi di spazio siamo intervenuti proponendovi uno stralcio senza privarlo dei contenuti in assoluto rispetto della mentalità dell’associazione in questione, della fruttuosa ricerca e del grande lavoro svolto er offrire ai candidati, ma anche ai noi cittadini un quadro interessante, grave e propositivo della nostra Città.

Le imprese eugubine si apprestano a vivere nei prossimi mesi una fase critica senza precedenti. In questo contesto, del tutto nuovo, risulta fondamentale agire in modo coordinato e condiviso a fianco delle istituzioni locali, per rimuovere ostacoli vecchi e nuovi e creare nuove opportunità di sviluppo.
In vista delle elezioni comunali la Confcommercio ha elaborato questo documento al fine di condividere con i candidati sindaco e le loro coalizioni, le esigenze e priorità per le imprese del commercio , del turismo e dei servizi in un’ottica non corporativa e in una dimensione quanto più rispondente all’interesse generale.

IL TERZIARIO NELLE CITTA’

Anche nel nostro Paese, le città sono state, nell’ultimo decennio, elemento trainante del processo di crescita e di sviluppo. L’occupazione vi è cresciuta di circa il 10%.. Le città producono soprattutto servizi e, nelle città, la loro produttività è più elevata e crescente. Le città, insomma, sono motori di crescita e di sviluppo soprattutto per l’apporto dei servizi, e le città sono i “laboratori” della loro innovazione. La sfida è, oggi, quella di ripensare le città come spazi densi di relazioni produttive e sociali, in cui ci si senta sicuri e dove sia fondamentale l’attenzione al “verde” ed alla qualità dell’aria.. Positive esperienze realizzate in alcune importanti città segnalano la validità di metodi e laboratori di progettazione concertata.. Un campo privilegiato di azione di simili laboratori dovrebbe essere quello della realizzazione di un decisivo salto di qualità dell’esperienza dei “centri commerciali naturali” verso il modello dei “distretti urbani del commercio”: strumenti di condivisa gestione pubblico/privata per l’aggregazione di imprese diffuse in uno specifico contesto urbano, che da esse viene animato e valorizzato con promozioni, eventi ed anche attraverso l’organizzazione di servizi comuni di carattere pubblicistico. Tutto ciò richiede regole strutturate di relazione e confronto tra Amministrazioni ed Associazioni di rappresentanza delle imprese. Nelle principali aree urbane del Paese è insediato il 70% delle attività del terziario. Nelle stesse aree, si concentra una analoga percentuale della domanda di mobilità, a fronte di una dotazione infrastrutturale assolutamente insufficiente. La strada che si dovrebbe perseguire, invece, è quella di potenziare una strategia di intervento di medio − lungo periodo nel campo della mobilità urbana delle persone e delle merci, che sappia integrare le politiche settoriali dei trasporti con quelle più generali relative alle modalità d’uso del territorio. La visione proposta con convinzione da Confcommercio è quella della “città come fabbrica di servizi”. La dimensione immateriale assume nelle città un ruolo fondamentale: è il terziario, dal commercio al turismo ai servizi tradizionali e innovativi, che nelle città produce reddito, occupazione, benessere. Le città producono servizi e generano a loro volta domanda di servizi, sia alle imprese che alle persone. E i servizi sono un tutt’uno con la città, che ne diventa fattore di produzione unico e non riproducibile. Il terziario tradizionale, come il commercio, svolge nelle città anche un ruolo che trascende l’aspetto economico. In tutte queste realtà è evidente la funzione di integrazione sociale e di servizio alla comunità svolta dal commercio e dai servizi di vicinato. Le reti commerciali e dei servizi sono veri e propri luoghi di riferimento per intere comunità, nelle quali sono fortemente radicati e per le quali rappresentano dei presidi sociali, contribuendo tra l’altro al controllo e alla vigilanza del territorio e contrastando il senso di insicurezza dilagante.
Le città, infine, avranno un ruolo chiave nella programmazione dei Fondi Strutturali 2014−2020 visto che almeno il 20% delle risorse complessive del Fesr dovranno essere a ciò dedicate. Questo si traduce in concreto nella coniugazione di città con innovazione. Ecco che occorre quindi pensare alle cc.dd. Smart Cities non solo in termini di grandi investimenti infrastrutturali o industriali, fuori dalla portata di pressoché tutte le città regionali, ma anche come modello di valorizzazione del territorio urbano. Puntare allo sviluppo delle Smart Cities significa infatti mettere insieme città, imprese e cittadini con l’unico obiettivo di migliorare la qualità della vita attraverso l’ideazione di soluzioni integrate basate sull’utilizzo dell’ICT. Le azioni nascono dalla fusione di due forme di investimento: quelli di sistema ad opera degli enti pubblici dove le Amministrazioni Comunali possono e devono recitare un ruolo fondamentale e quelli posti in essere dalle imprese. E dal combinato disposto fra queste due forme di investimento, scaturiscono servizi positivi per i cittadini residenti, turisti ed utenti in genere che devono tradursi in qualità della vita, maggiori servizi, più informazioni, sostenibilità ambientale, semplificazione, maggiori opportunità di accesso al mercato. In tale contesto l’eco−sistema costituito dal tessuto imprenditoriale in ambito urbano può e deve assumere le forme di DISRETTO URBANO DEL COMMERCIO (DUC), sulla falsariga di quanto già sperimentato in altri contesti peraltro con successo. I DUC possono diventare luoghi di sperimentazione perenne di nuove soluzioni tecnologiche, trasformando le aree commerciali più interessanti in veri e propri living labs urbani. In generale occorre che le Amministrazioni comunali spingano forte sul tema dell’innovazione, anche tecnologica, una delle poche leve per agganciare la ripresa economica locale. Un’innovazione legata sempre di più al mondo del terziario come ormai riconosciuto in molti atti di programmazione regionale, quindi di processo in senso lato, di format ed organizzativa. Dimenticarsi questo significa tagliare fuori ingiustificatamente il terziario di mercato dalla possibilità di crescere in sé e di dare poi il proprio contributo agli altri settori.
UNA POLITICA PER LE PMI E L’IMPRESA DIFFUSA

Quanto detto in ordine alla città fa il paio con un’altra riflessione cara a Confcommercio, ovvero quella sulla centralità della piccola impresa. “Think small first”: è questo “pensare anzitutto in piccolo” il principio cardine dello Small Business Act, ossia della strategia europea di valorizzazione delle PMI, fatta propria dal nostro Paese con una specifica Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri. Strategia che riconosce la necessità di politiche dedicate alle PMI come condizione fondamentale per la loro crescita e, in questo modo, per il loro contributo determinante ad un realistico perseguimento dell’obiettivo di Lisbona: fare dell’economia europea “l’economia più competitiva e dinamica al mondo basata sulle conoscenze, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e più qualificati posti di lavoro e con una maggiore coesione sociale”. E’ una strategia che − nell’Europa delle Regioni e nell’Italia federale, e nel tempo della transizione difficile dalla recessione al ritorno alla crescita − richiede l’impegno delle città italiane, insieme alle Regioni, delle loro politiche e delle loro pubbliche amministrazioni. Impegno concreto: per scelte di tutela della legalità e della sicurezza contro ogni forma di criminalità; per scelte di riconoscimento del pluralismo imprenditoriale come condizione strutturale di democrazia economica; per scelte di apertura dei mercati e di attenzione alle ragioni dei consumatori, declinate attraverso una concorrenza a parità di regole; per scelte di rafforzamento della competitività complessiva delle diverse aree territoriali nel contesto del mercato globale. Una competitività che richiede una sempre più compiuta integrazione tra politica industriale e politica per i servizi fondata sulle liberalizzazioni ancora necessarie nei servizi pubblici locali, sul sostegno all’innovazione − tecnologica ed organizzativa − dell’impresa diffusa ed al capitale umano, sulla valorizzazione dell’identità italiana e della sua offerta turistica come straordinario asset del Paese, sul ruolo pro−competitivo del pluralismo distributivo, sul potenziamento del sistema dei trasporti e della logistica e sulla costruzione dello sviluppo ambientalmente sostenibile come opportunità di innovazione tecnologica, di specializzazione produttiva e di crescita occupazionale.

CENTRI STORICI, AGGREGATI URBANI E QUALITA’ DEL VIVERE

Come per altre città umbre , anche per Gubbio risulta fondamentale considerare il centro storico come risorsa vitale e strategica per l’intera città.
− questo fronte occorre spingere affinché l’ Amministrazione comunale passi finalmente ad una progettazione integrata attraverso l’elaborazione dei Quadri Strategici di Valorizzazione (QSV): pensare il centro storico non in meri termini di riqualificazione edilizia (contenitori) o solo come luogo degli eventi, ma come mix di funzioni….. In questo risulta fondamentale avvalersi della Cabina di Regia regionale che può affiancare i Comuni in questa delicata azione;
− L’integrazione significa superare l’attuale strabismo dilagante nelle amministrazioni comunali per cui con un occhio si guarda con attenzione alle criticità dei centri storici e con l’altro si fanno le politiche vere..
− della città fuori dai centri stessi che spesso sono totalmente antitetiche con le prime;
− In fase di progettazione e di realizzazione degli interventi (cabina di regia) Confcommercio rivendica il ruolo di partner qualificato. Ne è testimonianza il nostro contributo fornito per la redazione della Legge Regionale, per la progettazione dei Bandi Re.Sta. e per la costruzione delle reti di imprese, per l’animazione e la progettazione dei PUC, nonché esperienze come i progetti URBAN.COM e CITY MALL di Confcommercio;
− Si ritiene necessario, per le finalità appena esposte, puntare sulla costituzione dei centri commerciali naturali e sul loro potenziamento, anche mediante il finanziamento dei loro programmi di sviluppo.

L’attenzione al centro storico non deve sminuire l’importanza della periferia urbana, dove normalmente lavora la maggior parte degli operatori economici e vive la maggioranza dei residenti.
− la qualità urbana e contro il degrado: dagli arredi alla pulizia, alla cura degli spazi verdi;
− non ripetere gli errori del passato, che hanno visto una urbanizzazione sfrenata e disordinata.

ABUSIVISMO E LEGALITA’

Sul tema dell’abusivismo si chiede alle amministrazioni comunali di compiere una scelta di campo: decidere se vogliamo un mercato in cui le imprese sono libere di operare e di creare benessere, all’interno di un quadro di regole chiare ed effettive, supportate da un’Amministrazione presente; oppure se vogliamo liberamente scegliere una regione dove le regole sono solo sulla carta, dove gli operatori economici disonesti o del tutto abusivi sono di fatto incentivati a sovrastare gli operatori onesti, dove il mercato è drogato dalla criminalità. Chiediamo di scegliere, insomma, tra legalità e anarchia, tra mercato e far west.

Nel primo caso Confcommercio si aspetta che l’ amministrazione comunale metta in campo tutte le forze necessarie a garantire i CONTROLLI per contrastare l’abusivismo….I Comuni devono farsi in questo senso garanti e promotori di un piano organico dei controlli.
Da ultimo si rammenta la nostra posizione in merito al fenomeno delle sagre. Abbiamo sostenuto con forza la necessità di privilegiare le manifestazioni di qualità, quelle che cioè valorizzano gli operatori, le produzioni locali ed il territorio nel suo complesso, e di declinare in maniera diversificata − con termini, modalità attuative ed opportunità differenti − le manifestazioni che invece rappresentano feste paesane, parrocchiali, di partito o di volontariato. Con l’intento finale di premiare chi lavora bene (anche con un apposito albo) e di marginalizzare gli eventi che sagre non sono, che non valorizzano nulla e che servono solo a fare cassa per un ristretto gruppo di persone.

SICUREZZA

La sicurezza in senso stretto è un fattore di produzione per il terziario di mercato. Alle forze dell’ordine è demandato il compito di perseguire gli autori dei reati. Ai Comuni è attribuito un ruolo altrettanto importante: contrastare il senso di insicurezza dei cittadini e delle imprese.
Ad ogni buon conto, Confcommercio crede che si possano ottenere risultati veri solo dalla sapiente combinazione tra strumenti di prevenzione ed un sistema di repressione e contrasto efficace ed efficiente. Confcommercio propone nell’immediato che il Comune, nel contesto della legge regionale 13/2008 e dell’atto di programmazione sulle politiche locali di sicurezza, appena licenziato dalla Regione, che dalla stessa scaturisce:
− presenti Patti Integrati di Sicurezza Urbana anche richiedendo l’ampliamento delle risorse regionali messe a disposizione, in ciò valorizzando il ruolo delle associazioni di categoria;
− inserisca nei suddetti patti integrati azioni coerenti con quelle poste in essere dalle imprese del loro territorio supportando quelle che installano sistemi che contrastano il senso di insicurezza senza aumentare il livello di allarme sociale: videosorveglianza interna ed esterna, illuminazione, antitaccheggio, antisfondamento ecc.

SERVIZI PUBBLICI, TARIFFE E TRIBUTI

Si segnala anzitutto l’eccessiva penalizzazione in termini di TARI per le attività del terziario rispetto alle altre attività economiche e l’eccessiva differenziazione tra Comuni.
− Confcommercio chiede di applicare alle superfici relative a corridoi e camere di albergo le tariffe ad uso domestico come già deliberato dal Comune di Terni.
− Si ritiene necessario concedere sgravi sulla TARI per quelle imprese che, come disposto dalla normativa vigente, devono affidarsi ad un operatore privato per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti speciali. Tali imprese infatti si trovano nella situazione di pesare in misura minore sul sistema pubblico di raccolta e smaltimento ma di pagare la TARI al pari degli altri.
− si ritiene necessario che le imprese per le quali l’acqua è un bene necessario alla produzione (es., ristorazione, alberghi, ecc.) i Comuni, in accordo con l’AURI, prevedano fasce tariffarie ad hoc. È infatti scorretto equiparare il consumo d’acqua di un privato (che deve essere incentivato a non sprecarla) con quello di un’impresa per la quale l’acqua è un fattore di produzione.
Anche ai fini di riqualificazione urbana, si dovrebbero prevedere sgravi e incentivi in termini di tasse e tributi locali (Imposta pubblicità, IMU, addizionali ecc.) per le nuove imprese che aprono in zone urbane depresse sulle quali esiste un progetto di riqualificazione complessiva nonché, per un tempo determinato, per le nuove imprese con titolari giovani o donne.
− Occorre prevedere un’aliquota IMU agevolata per i commercianti e artigiani con superficie di vendita fino a 100 mq come già deliberato dal Comune di Terni.
− Considerata la sacrosanta necessità di reprimere e sanzionare le violazioni, è necessario che le multe non siano utilizzate in senso vessatorio e non assumano un ruolo di tassa nascosta.

TURISMO

Le caratteristiche proprie del comparto turistico pongono al centro della riflessione la necessità di un approccio integrato alle tematiche legate al settore, che superi un modello di “competenze strette”. Occorre, in sostanza, passare da una visione di “comparto turismo” ad una più ampia di “sistema turismo”. Occorre puntare su un grande progetto regionale che costituisca una pietra miliare per la ripresa economica della nostra regione. Un progetto che metta a sistema in modo sinergico tutti gli attori e le esperienze esistenti e mature in Umbria e che proietti con forza l’Umbria sui mercati nazionale ed internazionale. Occorrono risorse consistenti, competenze e professionalità ma, anche e soprattutto, la volontà di fare tutti un passo indietro per poter fare insieme decisivi passi avanti. Questo si traduce in concreto nella necessità di far convergere ogni forma di promozione del territorio verso un’unità necessaria evitando di frammentare in mille rivoli l’immagine complessiva della nostra regione con evidente dispersione delle poche risorse disponibili. Promovendo tutta l’Umbria e non i singoli territori si ottiene un effetto benefico e moltiplicatore per questi stessi. Sul tema degli eventi: la creatività e le buone idee vanno sostenute ed incentivate, soprattutto quando un evento realizza la sintesi tra valorizzazione del territorio e raggiungimento di obiettivi economici importanti, attraverso la messa a sistema delle risorse ambientali, storiche ed artistiche della nostra regione. Occorre un coordinamento forte e strategico affinché queste importanti manifestazioni fungano da volano per la nostra economia anche locale. Non si può sottacere il disagio e l’indignazione per l’incomprensibile scelta compiuta da alcune Amministrazioni comunali di adottare la tassa di soggiornotta l’Umbria e non i singoli territori si ottiene un effetto benefico e moltiplicatore per questi stessi. Quanto al tema dei controlli in ambito turistico, per le strutture ricettive e le agenzie viaggio occorre intensificare il sistema dei controlli, oggi ex post rispetto alla data di start up, rendendoli efficienti ed efficaci, anche attraverso la elaborazione di un atto di indirizzo regionale che valga quale punto di riferimento in particolare per le amministrazioni comunali, che fino ad ora non sono apparse in grado di svolgere tale funzione. Una scelta che appare necessaria con il ruolo dei Comuni rispetto al turismo, impegnati sul marketing del territorio e sulla promozione di accoglienza e con la cresciuta consapevolezza dei privati espressa anche attraverso forme di aggregazione è quella della “Consulta di Gubbio per il Turismo” che potrebbe svolgere i seguenti compiti:
• Raccogliere le informazioni dai diversi attori del sistema
• Elaborare indirizzi e progettare interventi in modalità club di prodotto
• Proporre interventi per i settori interessati come artigianato artistico, commercio, agricoltura etc.
• Attuare programmi di sensibilizzazione
• Stimolare gli operatori e tutti i soggetti interessati ad operare in rete
• Proporre momenti di formazione
• Coordinare i momenti di accoglienza
• Ottimizzare e gestire la presenza su internet impiantando servizi di booking on line ed avviando azioni di web marketing
• Progettare, gestire servizi di rilevamento della soddisfazione dei turisti e gestirne i risultati ( ufficio reclami)
• Coordinare l’attività promozionale e commerciale (presenze a fiere, eventi, educational, press tour etc.)
• Monitorare sui risultati degli interventi

Avere un’idea della città a Gubbio significa richiamare la bellezza e richiamarsi alla bellezza ma si può vedere la bellezza solo se è viva, non degradata, non sporca, non sciatta. La bellezza deve essere curata, deve essere viva e vitale.
Quindi cura dell'immagine del centro storico come componente del paesaggio. Recupero e fruizione dei beni culturali e dei luoghi storico−artistici a partire da una gestione coordinata con la Sovrintendenza per il Palazzo Ducale; incremento dell'accessibilità anche attraverso la mobilità alternativa per accedere alla parte alta della città , istituire zone assolutamente pedonali con possibilità di arredo urbano che delimitino spazi pubblici fruibili; valorizzazione ed incremento delle attività culturali, turistiche, commerciali, artigianali, professionali e dei servizi anche pensandolo come centro commerciale naturale; cura degli spazi verdi come lo splendido Parco Ranghiasci.
Ma in particolare va pensata una piazza ( piazza 40 martiri) che non può essere un infelice parcheggio ed una via di scorrimento ma che deve diventare il punto di aggregazione della città anche ripensando e portando a fruizione l’ex ospedale. È una delle più belle e grandi piazze d’Italia, circondata dalla chiesa di S. Francesco, dalle logge, con una vista impareggiabile sulla parte alta della città e sul monte, con l’edificio dell’ ex ospedale in cui va immesso un mix di funzioni integrate pubbliche e private .Deve diventare la piazza il cuore pulsante della città e la zona di collegamento tra il centro storico e le zone di espansione e le frazioni: la piazza di Gubbio !

ASSESSORATO AL TERZIARIO

Molti giudicano il fenomeno della c.d. “terziarizzazione” in modo sfavorevole perché la perdita secca di valore, ricchezza e occupazione avutasi nel corso degli anni nei settori primario e secondario è letta in chiave industriale e, quindi, catastrofica. Ovviamente Confcommercio non la pensa così e, guardando a ciò che accade o è accaduto nelle economie più avanzate, vede nella terziarizzazione in atto uno scenario futuro dinamico e moderno. Con ciò senza disconoscere il fondamentale apporto garantito da agricoltura ed industria di cui si auspica una sempre consistente e qualificata presenza anche in Umbria.
Tuttavia fatichiamo ancora a far decollare questi concetti chiave e nei soggetti decisori riscontriamo tuttora forme di resistenza. Ne sono prova le forti sperequazioni in termini di politiche dedicate, risorse economiche, capitale umano, collaborazioni e progettazioni che al manifatturiero e alla agricoltura sono riservati rispetto a quanto avviene per il terziario.
Manca una riflessione profonda e costante sulle dinamiche e sui valori identitari propri del terziario e questo non giova perché non permette ai soggetti decisori di elaborare proposte ed interventi mirati ed efficaci.
Si chiede pertanto di istituire l’Assessorato del terziario al cui interno confluiscano le risorse umane e materiali dedicate al commercio e al turismo. Sarebbe un atto importantissimo di riconoscimento e assimilazione di quella identità di “specie” che rende il settore meritevole di un’attenzione altrettanto specifica.

POLITICHE SOCIALI

Confcommercio rappresenta case di cura privata, residenze per anziani, asili nido privati, strutture che erogano servizi di assistenza a domicilio e baby parking. Ha al proprio interno un patronato che eroga servizi agli anziani e due strutture bilaterali che stanziano risorse in occasione di determinati eventi che toccano la vita di imprenditori e lavoratori. Il commercio di vicinato rappresenta a sua volta un’attività di prossimità che spesso costituisce l’unico punto di riferimento di piccole comunità marginali e montane presidiando il territorio ed erogando servizi indispensabili alle persone. Il piccolo commercio è espressione spesso della famiglia, nel senso dell’impresa familiare, vera cellula della nostra società anche sotto il profilo del lavoro e dell’impresa diffusa. La nostra associazione che rappresenta gli operatori della somministrazione è coinvolta nel tavolo regionale sulle ludopatie ed in prima linea per contrastare il fenomeno dilagante del consumo di alcol da parte di minori. Ma più in generale preme ricordare che Confcommercio, rappresentando il terziario ed avendo a che fare con le persone prima ancora che con utenti e consumatori, rappresenta un settore d’impresa che è fortemente ancorato con le tematiche del sociale in tutti i suoi risvolti.
Si chiede quindi che il terziario, per il tramite delle proprie rappresentanze, sia coinvolto in maniera più incisiva e previa nel contesto dell’elaborazione e declinazione delle politiche sociali, anche in virtù del principio di sussidiarietà di cui sopra. Si ricorda infine che Le iniziative volte al potenziamento delle reti sociali, alla coesione sociale, all’inclusione e alla integrazione degli immigrati, dovrebbero coinvolgere la rete delle attività commerciali. È una parte della comunità che conosce i bisogni dei territori sui quali è inserita, in cui opera ogni giorno da anni e per i quali diventa un punto di riferimento. Un capitale sociale fatto di persone e imprese fortemente radicate nel tessuto dei quartieri e dei paesi e che già oggi si trova, suo malgrado e senza strumenti, a confrontarsi con realtà di emarginazione e disagio.

PROGRAMMAZIONE URBANISTICA

In termini urbanistici si riafferma l’identità dell’ambiente e del contesto urbano quale risorsa e fattore di produzione. La cementificazione non può diventare un modello di sviluppo economico. In particolare è preferibile privilegiare la riqualificazione e il miglioramento degli spazi urbani esistenti piuttosto che l’espansione delle aree cementificate… Si chiede in ogni caso alla nuova amministrazione di avvalersi di tutti gli elementi che il Piano Regolatore mette a loro disposizione per non abdicare integralmente al loro ruolo precipuo lasciando che sia solo la spinta dei costruttori a determinare le politiche territoriali.

PARTECIPAZIONE
Su tutti i temi sopra elencati e ogni qualvolta il Comune si trovi a dover adottare una decisione che coinvolge la vita delle imprese, riteniamo imprescindibile una reale, effettiva e approfondita partecipazione. Spesso, nonostante il moltiplicarsi dei tavoli istituzionali, la partecipazione si esaurisce in una ratifica, di fatto, di decisioni già prese. Il reale contributo che la concertazione con le parti sociali può dare, al contrario, si ottiene soltanto con un coinvolgimento che richiede, da parte dall’Amministrazione, una sincera disponibilità ad accogliere le proposte pervenute e, da parte delle categorie, la capacità di formulare proposte concrete, qualificate e rappresentative, evitando posizioni meramente ostruzionistiche. Da questo punto di vista Confcommercio assicura di impiegare tutte le sue risorse, chiedendo all’ Amministrazione comunale di impegnarsi, per sua parte, a coinvolgere le associazioni nel momento iniziale della formazione delle decisioni e dei provvedimenti. Il principio che si chiede di condividere, in sintesi, è di considerare la partecipazione non un fardello che allunga i tempi delle decisioni ma, al contrario, un sistema che permette di assumere le decisioni “migliori possibile”.

SUSSIDIARIETA’
Il tema della sussidiarietà è sempre stato al centro della nostra attenzione perché a nostro avviso rappresenta una delle possibili forme che la semplificazione amministrativa deve verosimilmente assumere… Invochiamo un deciso cambio di rotta: occorre che la sussidiarietà diventi in tutti i settori dell’amministrazione la regola e non una mera eccezione. Ne invochiamo l’utilizzo soprattutto nel terziario e nel contrasto all’abusivismo, coinvolgendo anche la nostra stessa Associazione che ormai da molti anni ha costituito Centri di Assistenza Tecnica (CAT), riconosciuti dalla Regione, che per legge possono essere destinatari di deleghe allo svolgimento di pezzi di funzioni pubbliche. Si tratta di agevolare al massimo la relazione, non sempre facile, tra pubblica amministrazione e cittadino−impresa. Chiediamo fin da subito la disponibilità a dare attuazione a questo principio e ci riserviamo di volta in volta di presentare proposte di sussidiarietà su casi specifici. La direttiva servizi è stata l’occasione anche per ribadire la necessità di semplificare le procedure di accesso al mercato… Queste Agenzie, promosse dalle Associazioni imprenditoriali, hanno infatti compiti di istruttoria delle pratiche amministrative, coadiuvando − e, in taluni casi, sostituendo − gli Sportelli Unici. Insomma, un buon modello di sussidiarietà orizzontale, cioè di relazione cooperativa tra funzione pubblica ed iniziativa organizzata dei privati. Alle Amministrazioni comunali chiediamo fin da subito di agevolare l’iter legato all’avvio delle Agenzie per le Imprese, soprattutto quando queste nascano nel contesto della rappresentanza di impresa come nel caso di Confcommercio già accreditata a livello nazionale ed in procinto di aprire un proprio sportello anche in Umbria.