C’era un tempo in cui Gubbio non aveva bisogno di presentazioni. Ed erano tempi neanche troppo lontani. Ma c’era anche una volta in cui, Gubbio, versava in condizioni disastrose. Oggi, Gubbio, ha bisogno dell’avvocato migliore. I tempi sono cambiati. Si deve adeguare e difendersi coi mezzi moderni. E’ la situazione che si profila all’orizzonte date le mancanze e le pochissime attenzioni dimostrate nei confronti del Centro Storico (in tutte le direzioni possibili) e del commercio ad esso annesso. Ma ne abbiamo già discusso. Parliamo allora (finalmente) dei terremoti susseguitisi negli ultimi mesi, che hanno infiammato i media nazionali che, vista la penuria di notizie e la pausa calcistica, hanno pensato bene di occuparsi dell’argomento. La calamità non è naturale, ma la sintesi estrema dell’indifferenza oramai cronica in cui piace veder galleggiare e a stento la nostra città. E’un’evidenza imbarazzante lo stile grossolano e finto, approssimativo e altalenante con cui vengono fatte le scelte per Gubbio, sia da parte degli eugubini stessi che comandano e che hanno la facoltà, il privilegio e l’obbligo di salvaguardare Gubbio, sia da parte del contorno amministrativo che di riflesso poco si interessa delle cose nostre. D’altra parte, citando una famosa frase da diario scolastico, “se non ci amiamo noi per primi, perché dovrebbero farlo gli altri?” Oltre alla città stessa, la cui bellezza parla da sola pur preferendo il silenzio, un plauso va ai commercianti e agli albergatori che hanno saputo alzare la voce e difendere gli interessi e la vita di Gubbio. E per fortuna che a Gubbio c’enno i Ceri… (per fortuna anche per l’Umbria). M. B.