Consueta passeggiata pomeridiana “Conoscere Gubbio” per la
nostra Associazione giunta all’ottava edizione, iniziativa perorata
dal compianto Presidente Onorario Pietrangelo Farneti e che vede
l’impegno fattivo di gran parte del consiglio direttivo del Maggio.
Il professor Ettore Sannipoli ha tracciato, per questa occasione,
un percorso cittadino che ha toccato tutti gli aspetti del teatro
in Gubbio: da quello romano, su alla Chiesa dei Bianchi, poi al
salone Teatrale di Palazzo Ondedei (attuale sede dell’Astenotrofio
Toschi Mosca), fino al Teatro Comunale.
Il professor Sannipoli oltre a dare le ricchissime informazioni storiche
e le preziose note sugli artisti e le opere d’arte che ingioiellano
le nostre chiese ed i nostri monumenti, ha percorso spesso le tracce
di spettacoli e dell’attività teatrale che in Gubbio ha avuto forme
ed attenzioni particolari. Ha ricordato ad esempio uno spettacolo
di circa un secolo fa realizzato dal professor Benvenuti nel Teatro
Comunale, con Anton Giulio Bragaglia ed altri, nell’ambito
del movimento futurista, prima interpretazione dedicata a questo
movimento in Umbria, una funzione provocatoria speriamo mai
sopita. Ogni visita in questi “teatri” è stata accompagnata da stimolanti
interventi teatrali che il professore ha garbatamente definiti
“assaggini” di teatro e di danza scelti ed interpretati dagli attori
della Compagnia del Teatro della Fama (Marinella Baldinucci, Angelo
Mischianti, Simona Minelli, Emanuele Copernico, Michele
Pastorelli, Lucia d’Acri, Giulia Uccellani, Mara Nardelli) e dalle
allieve della scuola di danza Umbria Ballet (Sara Calandrini e Giulia
Bei).
Queste associazioni che operano a Gubbio da anni hanno presentato:
Compagnia Teatro della Fama – il testo della “democrazia” di
Pericle, della “politica” di Aristotele, della “morte della Tragedia”
di Steiner, un brano tratto dal “Romeo e Giulietta” di William
Shakespeare fino ad una laude medievale della confraternita dei
disciplinati, pubblicata dal Mazzatinti; Umbria Ballet – Minuetto.
Tutto è finito nella sede di una “manicchia santantoniara” in via
Cleofe Borromei tra la pietra e un bicchiere di vino.

G. Traversini