Da alcuni giorni sulle plance della Città di Gubbio è affisso un
manifesto che parla di Ceri.
Ho scritto questo manifesto di getto ma su convinzioni maturate
nel tempo, scaturite dall’osservazione della realtà.
Nella Festa dei Ceri è evidente ormai da troppo tempo un’anomalia.
I tre omaggi al patrono, i tre simboli della grandezza e dell’unione
del popolo eugubino vengono arbitrariamente divisi nel momento
che più di tutti dovrebbe rappresentare l’unione e comunicare
l’amore del popolo verso il Patrono e verso sé stesso: l’epilogo
della corsa. Non metto in dubbio la chiusura del portone: c’è nei
più la profonda convinzione che sia necessario mantenere la corsa
viva e passionale fino all’ultimo. Per mezzo del manifesto metto
in dubbio la scelta di alcune persone che, “scavijando” il cero di
Sant’Ubaldo prima dell’ingresso degli altri ceri nel chiostro della
basilica, decidono, quando la corsa è già conclusa, di sminuire il
senso profondo del messaggio di unione, di popolo, di omaggio
che i tre Ceri insieme e solo insieme possono rappresentare.
Viene compromesso in tal modo un momento della Festa che,
pur coprendo un intervallo temporale minimo nell’ambito
della giornata, ha un valore educativo enorme. Concludere la
giornata insieme offrirebbe, soprattutto alle future generazioni,
un esempio positivo da custodire nel tempo e non solo per il
15 maggio. Mi chiedo perché, inoltre, con un rito moderno
innalziamo i Ceri insieme in Piazza Grande, migliorando quanto
accadeva in passato, mentre presso la basilica lasciamo spazio ad
un atto di senso diametralmente opposto. è giunto il momento
di un serio confronto su questo argomento. In passate occasioni
in cui mi è accaduto d’affrontare questo tema con altri ceraioli s’è
detto che il dibattito andrebbe costruito lontano dal 15 maggio
perché in quel periodo è difficile prendere decisioni. S’è anche
detto che la proposta dovrebbe nascere dal “basso”, dai ceraioli,
dal popolo.
è per questo che ho legato il manifesto ad una raccolta di
adesioni. In tal modo ognuno ha potuto valutare il libero
pensiero di un ceraiolo ed eventualmente appoggiarlo per mezzo
di una firma autografa. Sono 764 i ceraioli di Sant’Ubaldo
(217), San Giorgio (403) e Sant’Antonio (144) che per mezzo
del puro e semplice “passaparola” in meno di un mese hanno
sottoscritto il manifesto. Questo immediato fermento intorno
all’iniziativa testimonia che il senso del messaggio è da lungo
tempo condiviso ma che mai nessuno aveva trovato un modo per
esprimerlo pubblicamente in modo organizzato. Vi sono anche
alcune critiche. è giusto così. Quando si parla di Ceri non è mai
facile mettere d’accordo le persone. Serve tempo, serve confronto.
Proprio per questo dalla sottoscrizione popolare scaturisce
una specifica richiesta rivolta alle Istituzioni ed alle figure
tradizionalmente deputate all’organizzazione della Festa dei
Ceri. La tempestiva, urgente organizzazione di un dibattito
pubblico sull’argomento da cui, dopo un confronto a 360°
tra le Istituzioni ed i Ceraioli, emerga una linea condivisa.
Un invito ufficiale in questo senso è stato già inoltrato a
mezzo posta agli interessati. La richiesta viene dal popolo e,
fosse solo per questo, non andrebbe tradita.
I tempi sono ancora utili per affrontare seriamente l’argomento.

di Francesco Pascolini