Centoventi eugubini hanno partecipato all’iniziativa che l’Associazione Maggio Eugubino ormai propone da anni, questa volta con una visita del Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro.

Dopo i saluti del Presidente Lupini nel cortile del Palazzo che ha ricordato l’impegno dell’Associazione a favore di uno dei siti più importanti della città è toccato al Professor Ettore A. Sannipoli che ha introdotto la visita nell’ambiente rinascimentale per eccellenza che è rimasto a Gubbio e che ha rappresentato l’innovazione architettonica ideale nella seconda metà del quattrocento eugubino. Sannipoli ha affascinato con la consueta capacità di parlare dell’arte, della materia, del lavoro, della progettazione e di quello che è rimasto e che è purtroppo scomparso in molti musei del mondo. La visita è poi seguita nel salone principale del palazzo dove sempre il prof. Sannipoli ha introdotto la Mostra sulla ceramica rinascimentale che conta quasi 150 pezzi provenienti da collezioni private, tra i più rari ed alcuni inediti che sono esposti fino al gennaio del prossimo anno. Formando dei gruppi si è passata ad una visita nel raccolto studiolo di Federico dove Francesco Mariucci, storico delle tarsie ed autore di saggi sull’argomento ha fatto innamorare i più descrivendo l’antica abilità costruttiva mai sopita ed i segreti del legno elementi con cui è stato riproposto lo studiolo, hanno fatto da cornice anche Marcello e Giuseppe Minelli che hanno svelato alcuni segreti costruttivi e progettuali. Ospite d’eccezione il Maestro Oscar Piattella che ha salutato affettuosamente tutti i presenti e raccogliendo l’ammirazione e l’emozione scaturita dall’osservazione di tutte le sue magnifiche opere. Un artista, un ricercatore delle espressioni più profonde dell’uomo che ha svelato con semplicità inaudita il suo incredibile rapporto con la creatività. Scesi nei meandri del Palazzo i presenti sono stati accolti da Sartori che ha introdotto nel mondo della scrittura e nelle meravigliose opere di una “scienza” che è memoria collettiva dell’umanità. Poi dall’androne del Palazzo tutti sono scesi nella taverna dei Santantoniari per una degustazione semplice fatta di schiette leccornie eugubine condita da tanta sincera allegria.